Sfruttamento lavoro agricolo, Flai Cgil Sicilia e Caltanissetta: “Non possiamo abbassare la guardia”

Un altro caso di sfruttamento, l’ennesimo, in un’azienda agricola. Questa volta sono stati i finanzieri del comando provinciale di Caltanissetta ad intervenire, dopo aver scoperto che 21 lavoratori, sia italiani che migranti, venivano sfruttati nei campi approfittando del loro stato di bisogno. “L’operazione dei finanzieri conferma che la provincia di Caltanissetta riveste un ruolo centrale nella mappa dello sfruttamento del nostro paese e che, nonostante le operazioni di polizia degli anni passati, lo sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori agricoli è una prassi consolidata”, scrivono in una nota congiunta Tonino Russo, segretario della Flai Cgil Sicilia e Giuseppe Randazzo, segretario generale della Flai Cgil di Caltanissetta a proposito dell’arresto a Gela del titolare dell’azienda accusato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. A Caltanissetta nel 2020 è stato ucciso Adnan Siddique per avere difeso i braccianti dai caporali. “Questa ennesima vicenda – aggiungono – dimostra che bisogna tenere alta la guardia. Ma sottolinea anche la necessità che si diffonda l’occupazione buona, di qualità, nella piena legalità e gestita attraverso il collocamento pubblico. Per questo – puntualizzano i due sindacalisti – bisogna investire sulla rete del lavoro agricolo di qualità e rilanciare in tutti i suoi aspetti la legge 199/2016  dando piena e totale applicazione anche alla parte che riguarda la prevenzione, che invece non ha trovato concreta applicazione sui territori soprattutto per quanto riguarda la rimozione delle condizioni di sfruttamento. In particolare la parte dedicata all’accoglienza è rimasta completamente inapplicata, così come quella relativa al collocamento e al trasporto dei lavoratori, ancora in larga parte in mano ai caporali”.

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