Bilongo all’Adnkronos su procedura infrazione Ue contro Italia su direttiva lavoratori stagionali

In Italia si stima che “ci siano 230mila lavoratori sfruttati e di questi circa 70mila vivono nei cosiddetti ghetti sparsi in tutto il Paese da nord a sud. C’era da aspettarsi che l’Italia venisse redarguita dalla Commissione europea con una procedura d’infrazione perché la Direttiva 36 non fu adeguatamente recepita nel diritto domestico”. E’ quanto dichiara Jean René Bilongo, capo Dipartimento Politiche migratorie e inclusione di Flai Cgil, commentando con l’Adnkronos l’avvio della procedura d’infrazione contro l’Italia e altri nove Paesi da parte della Ue per non aver trasposto pienamente, nei rispettivi ordinamenti, la direttiva sui lavoratori stagionali.

La Direttiva europea è incardinata sulle condizioni di vita e di lavoro dignitose, in particolare Bilongo spiega che le maggiori criticità riguardano due aspetti: da una parte “l’alloggio dei lavoratori stagionali provenienti da Paesi terzi, perché in Italia c’è il grosso problema dei ghetti e l’alloggio è essenziale ai fini del rilascio del nulla osta per attività stagionale”, aggiunge Bilongo che è anche presidente dell’Osservatorio Placido Rizzotto di Flai Cgil che ogni due anni stila il rapporto Agromafie e Caporalato.

Inoltre, l’altra criticità riguarda “un adeguato inquadramento contrattuale degli stagionali rispetto al ccnl di riferimento per operai agricoli e florovivaisti, con condizioni di lavoro quali orari, retribuzioni, ferie, le cui violazioni si traducono in un indice di sfruttamento”.

Purtroppo i lavoratori stagionali “si sottopongono spesso a condizioni di lavoro di sfruttamento e di caporalato – ricorda – perché molti datori di lavoro non portano a termine gli adempimenti per il permesso di soggiorno e di conseguenza questi stagionali lavorano in nero, vengono sottopagati e sottoposti a orari eccessivi”.

“Questo fenomeno, – aggiunge Bilongo – all’epoca dell’entrata in vigore della direttiva nel 2016, si è visto con il numero di permessi di soggiorno rilasciati rispetto agli ingressi consentiti, di molto inferiori”. Tra l’altro, la Direttiva contemplava l’istituzione di un meccanismo specifico per il risarcimento dei lavoratori stagionali vittime di abusi, ma in Italia non è stato previsto.

Il recepimento nella normativa italiana della Direttiva 36/2014, sulla quale la Commissione Ue ha comunicato l’avvio della procedura d’infrazione, è contestuale all’adozione della legge 199 contro lo sfruttamento del lavoro. L’una e l’altra furono approvate il 29 ottobre 2016 in un contesto segnato dall’indignazione per la morte della lavoratrice agricola Paola Clemente.

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