Donne in agricoltura, Flai a Lecco per parlare di sfruttamento ma anche di riscatto

Bella e partecipata iniziativa alla Camera del Lavoro di Lecco. In occasione del 75° anniversario della Costituzione Italiana, la sezione ANPI “Pino Galbani” della CGIL cittadina, insieme alla FLAI e all’intera confederazione, ha organizzato un’importante giornata di riflessione sulle condizioni di sfruttamento delle donne in agricoltura. Ad aprire i lavori Dario Crippa, della Camera del Lavoro di Lecco, che ha ricordato gli articoli 36 e 37 della nostra Costituzione, proprio quelli che parlano di lavoro dignitoso e contrasto alla discriminazione di genere. Subito dopo ha preso la parola Matteo Bellegoni, dell’Osservatorio Placido Rizzotto, per ricostruire il quadro complessivo della situazione lavorativa e sociale in agricoltura, a seguire la riflessione sullo sfruttamento femminile della dottoressa Letizia Palumbo, storica collaboratrice dell’Osservatorio Placido Rizzotto e autrice di un capitolo del Rapporto Agromafie e caporalato, intervistata da Matteo Redaelli, della FLAI di Lecco. Si è parlato della vulnerabilità delle donne in agricoltura, che non è una condizione intrinseca legata alla natura femminile, ma il risultato di condizioni oggettive alle quali sono sottoposte ed il doppio peso dell’impegno produttivo e riproduttivo, senza tener conto di un sistema patriarcale che spesso le rende vittime di violenza di genere, se non di vero e proprio sfruttamento sessuale oltre che lavorativo. Riflessione poi confermata dalla viva testimonianza di Olga, intervistata da Michela Magni, segretaria generale della FLAI di Lecco, che, arrivata in Italia dall’Ucraina nel 2002, è stata vittima di violenza di genere e sfruttamento a Foggia e protagonista di una storia di riscatto che oggi la vede finalmente impiegata regolarmente e pienamente inserita nel contesto sociale della città lombarda. Un’altra vita è possibile, un altro mondo è possibile.  

L’impegno dell’Osservatorio, assieme alla CGIL e alla FLAI di Lecco, si è poi spostato nelle scuole, dove decine di studentesse e studenti di quattro classi delle quarte dell’istituto Giovanni Bertacchi, hanno avuto modo di misurarsi sugli stessi temi. Partecipazione che ha visto queste ragazze e ragazzi non solo rivolgere molte domande, ma anche aprirsi raccontando le loro esperienze di lavoro negative ed esprimendo un forte bisogno di speranza e la voglia di impegnarsi per un mondo migliore. Adesso basta con la precarietà e lo sfruttamento.

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