Caporalato, arresti nel ragusano. Flai Sicilia: “Più ispettori e coinvolgere imprenditori onesti nella lotta allo sfruttamento”

Tre imprenditori arrestati e 850 mila euro sequestrati nel blitz anti-caporalato dei carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Ragusa e del Nucleo Ispettorato del Lavoro, coordinato dalla procura. I militari hanno eseguito un’ordinanza emessa dal gip di Ragusa di applicazione di una misura cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di tre cittadini italiani, titolari di un’azienda agricola di produzione di ortaggi con sede in Ispica (RG), ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di sfruttamento del lavoro, estorsione e violazione delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Nei confronti dell’azienda, in corso anche il sequestro preventivo per equivalente di una somma di quasi 850 mila euro. 

“Lo sfruttamento del lavoro è duro a morire in Sicilia. A fronte del continuo emergere di casi è inaccettabile la carenza di ispettori del lavoro e la sostanziale indifferenza delle istituzioni. Così come è inaccettabile che nel tavolo regionale contro il caporalato siano assenti gli imprenditori”, lo dice il segretario generale della Flai Cgil Sicilia Tonino Russo commentando l’operazione che ha mandato agli arresti domiciliari tre imprenditori. “Noi – aggiunge – riteniamo che sia fondamentale una presa di posizione degli imprenditori onesti, che subiscono peraltro la concorrenza sleale di chi non rispetta leggi e contratti”. Il segretario della Flai di Ragusa, Salvatore Terranova, è stato ricevuto dal Prefetto di Ragusa proprio per discutere del persistere dello sfruttamento in agricoltura e delle possibili azioni da mettere in campo. “Non può esserci sviluppo – conclude Russo – senza il rispetto dei diritti e della dignità di chi lavora”.

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