Sindacato di strada anche per i quattro referendum

Assemblee in ogni posto di lavoro lungo la penisola, perché il lavoro è un bene comune

Ciao ciao jobs act, precarietà, licenziamenti facili, appalti che rendono il lavoro sempre più insicuro. In coda per firmare i quattro referendum della Cgil con i dipendenti della Centrale del Latte di Alessandria, che per tentare di salvare il loro futuro sono arrivati alla fiera di Parma, a ‘Cibus’; in assemblea nello stabilimento Granterre di Reggello, nell’area fiorentina; con i forestali a Colle San Rizzo, nel messinese; e ancora nel cantiere di ‘Calabria Verde’, nel Parco ‘Li Comuni’ a Siano di Catanzaro; presso l’azienda agricola Spagnoletti Zeuli di Andria.

Ci si riunisce e si parla di referendum in Aprofruit ad Aprilia, Latina, in Appetais Pesci, a Genova, all’Unilever di Napoli, Pronto Green di Perugia, a Fonti di Vinadio, nel cuneese, a Caltanissetta, a Palermo, a Foggia. I protagonisti sono sempre loro, lavoratrici e lavoratori che firmano, e fanno firmare, per riconquistare un lavoro che abbia diritti e tutele adeguate, per combattere una precarietà diventata oggi endemica.

Mettere una firma ora per costruire un futuro migliore, insieme, lì dove si lavorano i prodotti della terra vanto del made in Italy ai quattro angoli del pianeta, lì dove si tutela un territorio sempre più a rischio a causa degli stravolgimenti climatici e purtroppo dell’opera dell’uomo, e lì dove la terra fertile viene lavorata per portare sulle nostre tavole frutta, verdure e ortaggi di prima qualità. L’Italia del lavoro firma e fa firmare i referendum della Cgil. Oggi e nei prossimi giorni, con migliaia di assemblee calendarizzate, la Flai parla con chi è sui territori, spiegando che firmare significa rompere la gabbia di leggi che hanno ferito e indebolito il lavoro, in primis il jobs act, e dalle normative che hanno permesso la catena degli appalti, vera e propria fabbrica di infortuni, spesso mortali. Adesso basta.

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