Salviamo la Laguna di Orbetello e i suoi pescatori 

Anche se sono stati già raccolti 700 quintali di pesce, l’odore della Laguna di Orbetello non invoglia a un bagno ristoratore. Quel che è peggio, lo scirocco è tornato a soffiare e continuerà a farlo. Quando tira il vento del sud gran parte della laguna va in crisi, si salva solamente la parte più a nord dello specchio d’acqua di ponente, quello gestito dal Wwf con una riserva naturale. Il resto invece è dominato dai fenomeni di ipertrofia che negli ultimi giorni hanno causato la morte per anossia di migliaia e migliaia di pesci. I pescatori, che conoscono la laguna palmo a palmo, sono disperati. “La moria è molto più grave di quella del 2015 – ricorda Paolo Rossi, segretario della Flai Cgil di Grosseto – siamo di fronte a un vero e proprio disastro ambientale con gravi conseguenze sanitarie, figlio di decenni di sottovalutazione dei problemi e di soluzioni emergenziali che non hanno mai preso in considerazione la laguna come un ecosistema da gestire in modo unitario”. 

Dietro le parole di Rossi, la denuncia verso una politica che finora non è stata in grado di istituire un ‘ente laguna’ dotato di risorse adeguate per farsi carico della gestione del bacino. La Regione Toscana ha stanziato un milione di euro per l’emergenza, firmando lo stato di calamità. “Ma è una goccia del mare, anzi nella laguna”, osserva il capo dipartimento pesca del sindacato, Antonio Pucillo. “Appena l’anno scorso eravamo qui a lamentarci dei granchi blu, infestanti e voraci, ora stanno morendo anche loro per la mancanza di ossigeno nelle acque. In quell’occasione avevamo già denunciato che c’era un ‘caso laguna’ da affrontare, purtroppo siamo stati buoni profeti”. 

Un’anguilla che sta asfissiando compare a pelo d’acqua. Massimiliano Porti pescatore dal 1986, una vita, dice di non aver mai visto una situazione del genere. “Io i pesci vorrei pescarli, non raccoglierli morti”. Invece da una settimana a questa parte i pescatori della laguna fanno proprio questo, tirano su carcasse su carcasse e cercano di smaltirle il più velocemente possibile perché il puzzo di pesce marcio, si sa, è insopportabile. Lui in questo grande specchio d’acqua faceva anche il bagno, è la sua casa, e si sente stringere il cuore nel vedere che l’area di levante è diventata un mare morto. 

Anche Leandro Moretti è socio lavoratore della cooperativa ‘La Peschereccia’, per lui l’anzianità di servizio a Orbetello è addirittura di mezzo secolo. “In città le esalazioni tossiche ammorbano l’aria, da giorni. Il problema principale ora è senza dubbio quello sanitario, perché si stanno accumulando 2-3.000 quintali di spigole, cefali, orate e anguille morte alla foce sud di Ansedonia, dove c’è lo sgrigliatore che trattiene i pesci putrescenti per evitare che finiscano in mare. Stiamo caricando centinaia di sacchi per rifiuti speciali su camion sigillati che portano i pesci morti in un centro di smaltimento, ma non facciamo pari”. Insomma non riescono ad arginare l’emergenza, e sì che sono i professionisti più esperti che si possa immaginare. 

“Abbiamo perso tutto – denuncia Moretti – lavoro e risorsa ittica sulla quale questo lavoro si regge”. Sono morti dagli avannotti a quelli di cinque chili. “Siamo così esasperati che abbiamo anche pensato di aprire gli sgrigliatori per far defluire i pesci morti in mare, lungo la spiaggia di Ansedonia, per costringere le istituzioni e la politica a farsi davvero carico del problema”. Anche a livello locale nessuno ha aperto gli occhi per tempo, all’inizio il sindaco di Orbetello sminuiva il problema, in una riunione con i commercianti assicurava che erano morti appena 160 chili di pesce. Ora gli occhi gli hanno aperti, anzi sgranati, perché l’emergenza non riguarda più solo i pescatori, notoriamente ultima ruota del carro, ma l’intero settore del turismo: le notizie corrono, è noto, e le immagini delle distese di pesci morti nella laguna sono state diffuse in mezza Europa. 

“Continuiamo a negare i cambiamenti climatici – tira le somme Pucillo – e questi sono i risultati. Basta con operazioni spot, è necessario un progetto che metta al centro lavoro e ambiente, quindi la Laguna e la sua economia”. E’ una ferita aperta vedere la Laguna di Orbetello in queste condizioni, si tratta di un’area protetta con una biodiversità incredibile, dove nidificano ad esempio i fenicotteri rosa, e tante altre specie animali. Porti mostra un video con i fenicotteri in volo, e per un attimo l’odore di morte si attenua. Fa caldissimo, e continuerà a farlo ancora per settimane. Per salvare la Laguna di Orbetello bisogna fare presto, prestissimo. 

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