Modena, allarme peste suina: “Minaccia per la filiera”

Notariale, Flai Cgil: “A rischio 10mila lavoratori. Chiediamo un rapido intervento da parte del governo”

C’è allarme a livello sindacale per la preoccupazione del perdurare e diffondersi della peste suina che sta colpendo in particolare Piemonte e Lombardia con Emilia Romagna toccata solo marginalmente nel piacentino. Il principale elemento di preoccupazione riguarda l’incremento delle giornate di fermo produttivo registrato da alcune aziende di macellazione. A Modena la filiera della macellazione conta 2mila persone nelle due principali imprese del settore, che hanno già iniziato a ridurre la produzione cancellando un giorno di attività settimanale. Altri 8.000 sono gli addetti del settore che include salumifici, attività conserviere e tutte le produzioni connesse alla lavorazione delle carni suine. “Parliamo di oltre 10.000 persone che sul nostro territorio rischiano e che tutto il sistema delle Istituzioni, datoriale e sindacale deve proteggere muovendosi per tempo”, spiega Donnarumma (Cisl). “Oggi fortunatamente non abbiamo casi di peste suina nel modenese grazie agli investimenti fatti dagli allevatori in sicurezza. Ma c’è anche tutto un problema che riguarda le zone di restrizione dove diventa più difficile, per via delle restrizioni, reperire la materia prima” fa sapere Andrea Cavazzuti, presidente della sezione suina Confagricoltura Modena e Emilia Romagna.

“Chiediamo un intervento dal punto di vista governativo che faccia richiesta di intervento straordinario per questa situazione – dice Stefania Notariale, Flai Cgil – perché non si può gestire con la cassa integrazione ordinaria. Significherebbe andare a mettere in difficoltà le aziende. All’inizio le richieste di cassa integrazione erano sotto controllo e si trattava di 2 o 3 giorni al mese. Ora cominciano ad essere di più. Il macello di Magreta della Agricola Tre Valli gruppo Aia in questo mese ha già fatto 4 turni di fermo questa settimana e la prossima ne faranno tre. E dopo l’esplosione recente di casi in questi giorni stiamo facendo altri incontri con aziende per valutare se c’è la possibilità di aprire la cassa integrazione oppure se ls vosa resterà ancora sotto controllo. È una situazione possiamo dire in via di evoluzione”.

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