Flai con i chimici dell’automotive per difendere l’industria italiana

Ancora in piazza, in Santi Apostoli, con i lavoratori della componentistica, della filiera non metalmeccanica dell’automotive. Un intero settore dell’industria a forte rischio, perché mancano politiche adeguate. Esattamente una settimana dopo lo stop delle tute blu, lo sciopero raddoppia perché il futuro dell’industria nel nostro paese, del sistema manifatturiero, deve diventare una questione nazionale, non si può lasciare al mercato, alle singole imprese.

Anche la Flai, con le sue bandiere, insieme alle altre categorie della Confederazione, partecipa alla manifestazione proclamata unitariamente da Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, per denunciare la profonda crisi che sta colpendo l’automotive, una difficile e grave situazione vissuta da circa 45 mila lavoratrici e lavoratori della componentistica legata a questa filiera industriale, cui vengono applicati contratti nazionali che fanno riferimento al perimetro della gomma plastica, della chimica, del tessile, pelli e cuoio e vetro. Operai impegnati nella produzione di elementi come sedili, volanti, maniglie, schermi, parabrezza, cruscotti, gomme. Lavoratrici e lavoratori che convivono con redditi sempre più bassi, a causa di un utilizzo massiccio degli ammortizzatori sociali, in molti casi in esaurimento. “Su di loro – hanno ricordato le federazioni di Filctem, Femca e Uiltec, che oggi incrociano le braccia per otto ore – grava un’enorme incertezza per il futuro occupazionale e familiare”. Un timido sole accompagna la mobilitazione, nuova tappa di un cammino obbligato per salvare lavoro e occupazione, riconquistare quella giustizia sociale che è l’unico strumento che può far sì che nessuno resti indietro.

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