A Portomaggiore (Fe) apre lo sportello per il lavoro. Flai: Noi i primi a volerlo, così si combatte il caporalato

Il distaccamento del Centro per l’impiego sarà un punto di riferimento per i lavoratori agricoli del territorio, molti dei quali pakistani e spesso sottoposti a sfruttamento e abusi. Dario Alba, segretario generale Flai Ferrara: «Un risultato che ci rende orgogliosi»

«Siamo stati i primi a volerlo, vederlo realizzato in meno di un anno è un risultato che ci rende orgogliosi». È soddisfatto Dario Alba, segretario generale Flai Ferrara, all’indomani dell’inaugurazione dello sportello pubblico per il lavoro negli uffici comunali di Portomaggiore. 

Il servizio incrocerà domanda e offerta di lavoro, prevalentemente agricolo, ed è un unicum in tutta la regione per due motivi: il ritorno di un distaccamento del Centro per l’impiego in un piccolo centro abitato (Portomaggiore conta poco più di 10mila abitanti) e la presenza di una mediatrice culturale di lingua urdu per interfacciarsi meglio con la folta comunità pakistana residente nel comune ed impiegata in agricoltura.

Presenti all’inaugurazione: il presidente della Regione De Pascale, gli assessori regionali Mammi e Paglia, il Prefetto, i direttori regionali e provinciali di Inps e Agenzia per il lavoro. 

«Ogni giorno siamo in campo contro sfruttamento e caporalato – racconta Alba – e Portomaggiore, dove è presente una nutrita comunità pachistana che conta circa 2mila lavoratori residenti, è purtroppo un epicentro di questi fenomeni». 

Per questo motivo, la Flai di Ferrara si è mossa per trovare una soluzione sul fronte della prevenzione. «Negli anni qui c’era stata solamente un’attività repressiva, task force, controlli, posti di blocco, ma come sappiamo bene non può bastare – prosegue Alba -. C’è bisogno di una seria attività preventiva. Per questo abbiamo pensato al ripristino di un luogo pubblico dove far incontrare chi può offrire lavoro agricolo e chi ha bisogno di lavorare, in un perimetro di legalità e di trasparenza. Dopo averlo proposto, abbiamo subito sollecitato le istituzioni, che hanno deciso di credere a questo progetto, l’assessorato regionale all’Agricoltura, il Prefetto, il sindaco di Portomaggiore e gli enti che partecipano alla Sezione provinciale della Rete del lavoro agricolo di qualità». 

Ad oggi, gli unici sportelli del Centro per l’impiego «erano presenti a Ferrara e a Codigoro – spiega il segretario generale Flai Ferrara -. Ma sono a 25 e a 35 kilometri di distanza da Portomaggiore, dove alle quattro di mattina partono i pulmini di lavoratori agricoli per andare nei campi. Noi dovevamo intervenire direttamente in quel luogo. E ce l’abbiamo fatta. Merito anche del sindaco che ha presentato un progetto all’amministrazione regionale e della Regione che si è attivata prontamente. Grazie a questa sinergia tra tutti gli attori in campo, lo sportello potrà aprire un giorno a settimana, ci sono risorse a disposizione per un anno». 

Certo, la strada da percorrere per estirpare caporalato e lavoro nero non è finita, però le premesse sono buone. «Ora aziende e lavoratori devono rivolgersi a questo sportello e renderlo pienamente operativo – chiarisce Alba -. A questo proposito la scorsa settimana c’è stato un incontro tra centro per l’impiego, mediatrice culturale e lavoratori, erano presenti in un centinaio, un segnale positivo. Le imprese, votate principalmente alla coltivazione di mele, pere e al vivaismo, dal canto loro, devono fare la loro parte. Ora hanno a disposizione un luogo che può risolvere i problemi che lamentano di penuria di manodopera». 

Restano poi aperti alcuni altri fronti. La nota diramata dalla Flai Ferrara li mette in fila: «C’è da risolvere la questione abitativa dei “ghetti” dei lavoratori pakistani e quella del trasporto pubblico per poter smembrare tutti quei pacchetti di “servizio” offerti dai caporali, ecco perché quello di oggi è un importante punto di partenza e non di arrivo». 

«Stiamo ricevendo denunce di sfruttamento dai lavoratori che stanno alzando la testa rispetto ai soprusi che subiscono – riprende Alba -. Quando apriamo vertenze all’Ispettorato del lavoro emerge che spesso i lavoratori hanno dovuto pagare intermediari, quando facciamo sindacato di strada ci riferiscono che hanno pagato per il trasporto e altro ancora. Tutte evidenze di fenomeni, quelli dell’intermediazione illecita e dello sfruttamento in agricoltura, presenti da tempo in queste terre». 

«Oggi è un avviso ai naviganti e a coloro che vogliono gestire illegalmente il lavoro – ha dichiarato il presidente De Pascale durante l’inaugurazione dello sportello a Portomaggiore -. In una regione che è il cuore agricolo d’Italia non può esistere un fenomeno come il caporalato». 

Leonardo Filippi

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