1974 – 2024, Mantova ricorda la prima Lega contadina d’Italia

A cinquant’anni dalla posa del monumento alla Prima Lega contadina d’Italia di San Rocco di Quistello, sono state organizzate iniziative per celebrarne l’anniversario. Il Comune di Quistello in collaborazione con l’Istituto Mantovano di Storia Contemporanea ha voluto infatti ricordare quell’evento e il suo significato. Le celebrazioni si sono concluse il 1° maggio a San Rocco con la Festa del lavoro. La storia ricorda che il 1° maggio del 1890 nel piccolo paesino di San Rocco di Quistello nasce la Prima Lega Contadina d’Italia, la compongono 55 soci unitamente ai propri nuclei familiari, con il preciso intento di “diffondere tra i contadini e fra tutti lavoratori la solidarietà e il concetto dell’unità che deve animare gli oppressi durante la dura lotta del loro riscatto morale e civile”.
Il monumento, posto nella piazza di San Rocco, fu realizzato dall’artista Giuseppe Gorni, ed è costituito da una statua che raffigura un contadino, simbolo delle lotte che negli ultimi decenni dell’800 vedevano coinvolte in prima linea le masse di braccianti e lavoratori della terra per un miglioramento delle proprie condizioni di vita economiche e sociali.
Il 1° maggio 1974, giorno dell’inaugurazione, fu apposta una targa con scritto: “Alla prima lega contadina d’Italia, nel pugno la falce, dritto lo sguardo ai campi sudati, i contadini di S.Rocco di Mantova primi levarono nei tempi della più dura oppressione il grido della riscossa fra le genti del lavoro. A difesa dei padroni drizzò allora la legge armata dello Stato in toga e in divisa con armi e catene. Ma riecheggiando l’alto grido di giustizia, di valle in valle dal piano al monte, i lavoratori della terra in crescenti moltitudini mossero alla lotta, resisterono e vinsero. Oggi assurti a nuova dignità umana e civile, consacrata dalla Costituzione, a memoria, gratitudine e onore dei precursori questa opera dedicano, dall’arte modellata con fraterno amore”. 

“Ricordare il nostro passato per guardare a un futuro che non è scritto – spiegano Marco Volta e Ivan Papazzoni, Flai Cgil Mantova – Nel giorno della Festa della Liberazione abbiamo celebrato la Resistenza al nazifascismo radice della nostra Costituzione. L’Italia è un  paese fondato sul lavoro, un lavoro che deve essere tutelato, stabile, dignitoso, sicuro. Per questo la Cgil ha messo in cantiere quattro referendum, per dare la possibilità a tutte e a tutti di partecipare per cambiare le condizioni di lavoro e di vita. Stiamo raccogliendo le firme: una firma per resistere e cancellare un modello produttivo profondamente ingiusto e sbagliato”. 

Articoli correlati

Il voto è la nostra rivolta

La battaglia referendaria è difficile, impegnativa, ma possiamo vincerla, e non lo diciamo solo per scaldare i cuori di noi militanti

Diritti, lavoro e musica al Fondo Nappo

Dal 4 al 6 aprile, nel terreno confiscato alla Camorra, la terza edizione del Festival “Tammorre e Zampogne”, nato da un’idea di Antonio Matrone “O’Lione”. Previsti incontri e dibattiti sui cinque referendum, sulla situazione a Gaza, e non solo

Il caso di Latina e i rischi dei pesticidi in agricoltura

In Europa si registrano 1,6 milioni di casi di avvelenamento acuto tra gli agricoltori ogni anno. La vicenda della possibile intossicazione di un lavoratore nell'Agro Pontino ha riacceso i riflettori sul tema