STOP GENOCIDIO

Agricoltura non è, senza lavoro

L’evento “Agricoltura è”, organizzato dal 24 al 26 marzo a Roma dal ministro Lollobrigida, ha dato spazio alla sola voce delle imprese, a causa del colpevolmente tardivo invito a partecipare arrivato al sindacato. Un mancato riconoscimento che arriva in una fase strategica per l’agroalimentare, che vede la Flai impegnata sui vari fronti contrattuali e in quello referendario

Ci apprestiamo ad una fase strategica e complessa per il comparto agroalimentare e per quello agricolo e forestale in modo particolare. Dopo aver chiuso in tempi straordinariamente brevi rispetto allo storico degli ultimi anni la contrattazione provinciale, ci apprestiamo alla fase di costruzione della piattaforma di rinnovo del Contratto nazionale per gli operai agricoli e florovivaisti che ci vedrà fin dai prossimi giorni girare tutte le regioni per iniziare non solo a verificare i punti cardine politico-sindacali, ma anche quelli strategici di questo rinnovo: non sarà infatti di secondaria importanza come riusciremo a coinvolgere e far partecipare attivamente i lavoratori e le lavoratrici alla trattativa per rinnovare il contratto.

Contestualmente si aprirà finalmente il prossimo 14 aprile la trattativa di rinnovo del Contratto nazionale degli addetti idraulico-forestali; anche in questo caso ci apprestiamo ad una trattativa complessa per un comparto che dovrebbe essere visto e vissuto come strategico per la tenuta del Paese ma che troppo spesso è svalutato o ignorato: sono infatti gli addetti del settore che con il loro lavoro contribuiscono all’approvvigionamento idrico tanto basilare alla produzione agro-alimentare, che si prendono cura del territorio, che operano alla prevenzione del dissesto idro-geologico e alla prevenzione degli incendi.

Tutto questo mentre le politiche dei dazi e le guerre in Ucraina e in Palestina mettono in discussione gli assetti geo-politici ed economici mondiali con il rischio di un impatto catastrofico; mentre l’Europa decide di spostare ingenti risorse sul riarmo dopo aver nascosto la testa sotto la sabbia nell’affrontare i cambiamenti e i conflitti in corso e mentre ci si appresta a discutere la nuova Politica agricola comune europea.

Siamo infatti da poco stati all’Europarlamento per presentare il VII Rapporto agromafie e caporalato, lì abbiamo potuto discutere con i parlamentari Italiani che fanno parte della commissione Agricoltura del futuro delle politiche comuni, politiche che per noi devono necessariamente passare da una transizione ambientale e sociale che veda come centrali la cura della terra, dell’ambiente e delle persone con il recupero delle politiche del Green deal e della strategia Farm to Fork che sono oggi messe in discussione e con il rafforzamento della condizionalità sociale, affinché il settore primario possa vedere finalmente riconosciuta la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici che vi operano e che ancora troppo spesso vivono una condizione di sfruttamento e vessazione.

L’appuntamento europeo è stato di straordinaria importanza per porre le basi dei prossimi mesi di lavoro e ha avuto il riconoscimento della partecipazione della vice presidente della Commissione europea Roxana Mînzatu, a dimostrazione di quanto il contributo degli addetti dell’agricoltura e il lavoro di contrasto allo sfruttamento e al caporalato, che quotidianamente svolgiamo, siano rilevanti.

Un riconoscimento che, ahinoi, manca dal nostro governo, a partire dal colpevolmente tardivo invito a partecipare all’evento “Agricoltura è” organizzato dal 24 al 26 marzo a Roma dal ministro Lollobrigida, che sui temi strategici dell’agricoltura ha visto la sola voce delle imprese, come se oltre 1 milione di lavoratori non esistessero e non fossero parte fondamentale e integrante di uno degli asset strategici del nostro Paese, fino ad arrivare al pasticcio, anche questo colpevole, che purtroppo avevamo ampiamente annunciato e denunciato delle risorse stanziate dal Pnrr per debellare la vergognosa situazione dei ghetti presenti nel nostro territorio che saranno probabilmente dimezzate. Così come colpevoli e vergognosi sono i silenzi e i continui rimandi ad opera delle amministrazioni regionali di Calabria e Sicilia, che stanno umiliando gli addetti forestali che da troppi anni attendono risposte alle loro condizioni di lavoro.

Se queste sono le enormi sfide che abbiamo di fronte noi sapremo, come sempre, affrontarle a testa alta, ma soprattutto dovremo affrontarle lavorando ancor più tenacemente affinché sempre più la partecipazione dignitosa e consapevole dei lavoratori e delle lavoratrici sia la cifra del nostro agire a partire dal voto per i referendum per il lavoro e la cittadinanza dei prossimi 8 e 9 giugno.

Silvia Guaraldi
segretaria nazionale Flai Cgil

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