Congresso Effat a Valencia, senza pace non ci sarà sindacato

Il sindacato internazionale faccia politica combattendo la deriva destrorsa che ci spinge alla guerra

Il 26 27 novembre si è svolto a Valencia il 6° congresso Effat. Non è stato un congresso di contrapposizioni, prova ne è il voto unanime sul nuovo Segretario generale, Enrico Somaglia. Ma si è comunque discusso sul ruolo del sindacato in un modello agricolo fortemente finanziato dal pubblico, sull’antitesi etica della finanziarizzazione nell’alimentare e sulla natura economica ma non politica dell’attuale Unione europea, sulla deriva a destra del continente e l’opportunità di una giusta transizione. Latita ancora una reale discussione sulla possibile guerra che sta covando ovunque. La rassegnazione alla guerra, in particolare quando si parla di Ucraina e Palestina, sembra aver pervaso anche il mondo sindacale. La Flai è preoccupata, è assurdo dover affrontare discussioni glottologiche e semantiche sulla parola ‘genocidio’ per capire se si addica o meno all’attuale condizione di Gaza, assurdo discutere di sostenibilità in relazione alla produzione di armi. La domanda che abbiamo posto e ci poniamo è come si pensa di poter continuare a fare sindacato durante una guerra. Non ci può essere sindacato con la guerra e per questo dobbiamo riattivare qualsiasi percorso internazionale che favorisca la promozione della pace e della cooperazione. Denunciamo la situazione surreale di un’Europa dove nessuno va più a votare, nella convinzione che sia inutile. Vogliamo una Ue che sia soggetto politico eletto e non somma di singoli interessi nazionali, che portano a nazionalismi di bassa lega e erodono la democrazia di tutti.

Andrea Coinu

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