Due nuove auto targate Flai per i servizi sociali della Bassa Romagna 

Nonostante l’inverno l’emozione scalda i cuori. Le due Panda donate dalla Flai Cgil ai servizi sociali della Bassa Romagna  sono di un bianco immacolato, aiuteranno una realtà che della difesa dei più fragili fa la sua missione. Specialmente oggi, visto che le ferite della devastante alluvione di maggio sono ancora ben visibili sul territorio, e i tanto attesi ristori promessi dal governo Meloni tardano ad arrivare. Poi, quando arrivano, si rivelano drammaticamente insufficienti. Ma oggi è una giornata di festa, perché la solidarietà si fa con i fatti, non soltanto con le parole. “Questo territorio è molto caro alla nostra categoria – ricorda Silvia Guaraldi, segretaria nazionale Flai Cgil – e dopo i primi aiuti in piena emergenza, quando anche le nostre sedi erano allagate e impraticabili, ora vogliamo dare una mano ai servizi sociali, il cui lavoro è diretto alla fasce più deboli della popolazione. A ben guardare quello stesso obiettivo che muove la nostra categoria a sostenere ed aiutare le lavoratrici e i lavoratori più fragili, con meno o addirittura senza diritti e tutele. Quelli che incontriamo con il sindacato di strada”. Insieme a Silvia Guaraldi, di fronte alla sede lughese dei servizi sociali dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, ci sono la presidente dell’Unione della Bassa Romagna Eleonora Proni, il sindaco referente per le Politiche socio-sanitarie Luca Piovaccari, la dirigente dell’Area Welfare dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, Carla Golfieri, le delegazioni regionali e territoriali della  Flai e Raffaele Vicidomini, in rappresentanza della segreteria della Cgil di Ravenna. Non possono mancare numerosi assistenti sociali e amministratori del territorio, a cui le nuove Panda bianche serviranno come il pane. “Questa donazione è molto significativa perché ci consente di ripristinare l’efficienza di un servizio a favore delle fasce più deboli – spiega il sindaco Piovaccari – Il fatto che provenga da un sindacato ha un valore aggiunto, perché è massima espressione di una solidarietà che mette al primo posto il bene della collettività, partendo da chi ha più bisogno”. “Ripartire in italiano ha due significati – aggiunge Vicidomini – significa ricominciare il cammino bruscamente interrotto, ma anche distribuire in parti. A livello territoriale ognuno ha fatto la sua par parte, attendiamo con urgenza che anche il governo centrale faccia la sua, mantenendo gli impegni presi”. Arriva il momento del taglio del nastro, che strappa, finalmente, i sorrisi sinceri di chi capisce di non essere stato lasciato solo. 

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