L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro dignitoso e ben pagato

Davide Fiatti, segretario nazionale Flai Cgil

La nostra Costituzione all’articolo 1 dice che “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”; ma all’articolo 36 dice anche che “Il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.

Negli ultimi tre decenni, nel nostro Paese, questi due fondamentali principi sono stati progressivamente attaccati. 

La dinamica dei salari nel periodo 1990-2020 nell’Unione europea evidenzia che l’Italia è l’unico Paese dove essi sono percentualmente diminuiti (-2,9%).

Ciò rende centrale la questione salariale nei rinnovi dei Contratti collettivi di lavoro: è fondamentale non solo ottenere la tutela del potere di acquisto, ma anche recuperare quote del pregresso e aumentare la ridistribuzione della ricchezza prodotta.

La Cgil ha posto al centro della propria azione questo recupero e ridistribuzione; la Flai con l’ultimo rinnovo del Ccnl per i lavoratori dell’Industria alimentare ha centrato l’obiettivo.

In agricoltura una delle caratteristiche peculiari del mercato del lavoro è la predominanza di lavoratrici e lavoratori a tempo determinato, dovuta alla stagionalità delle fasi produttive del ciclo agricolo. Stabilizzazione e aumento delle giornate lavorative, centralità della sicurezza e della salute e la formazione, sono le rivendicazioni centrali oltre a quella salariale.

Attualmente il settore agricolo ha in corso trattative per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro per i quadri e gli impiegati agricoli, del Contratto collettivo nazionale di lavoro per i lavoratori dipendenti delle cooperative e consorzi agricoli e il rinnovo dei 95 Contratti provinciali di lavoro (Cpl) per gli operai agricoli e florovivaisti. Tutti questi contratti sono scaduti il 31 dicembre 2023.

Per il Ccnl per i quadri e gli impiegati le rappresentanze datoriali sono Confagricoltura, Cia e Coldiretti, per i Cpl sono le stesse realtà ma a livello territoriale. Per il Ccnl delle cooperative e consorzi agricoli le rappresentanze datoriali sono le Centrali cooperative Agci, Confcooperative e Legacoop.

Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil sono le rappresentanze dei lavoratori per i due Ccnl, con l’aggiunta di Confederdia per il Ccnl per i quadri e gli Impiegati agricoli. Per i Cpl sono sempre Flai, Fai e Uila ma a livello territoriale.

Occorre precisare che la struttura contrattuale del Ccnl per i quadri e gli impiegati agricoli e i Cpl per gli operai agricoli e florovivaisti prevede una vigenza salariale di due anni, che dunque coprirebbe il periodo 2024-2025. Invece il Ccnl per i lavoratori dipendenti delle cooperative e consorzi agricoli il salario ha una vigenza di quattro anni, che corrisponderebbe all’intervallo 2024-2027.

Le richieste di aumento salariale sono dell’8,5% per il Ccnl per i quadri e gli impiegati per il biennio 2024-2025; di 210 euro per il Ccnl delle cooperative e consorzi agricoli.

Per i Cpl sono le strutture territoriali di Flai, Fai e Uila che determinano la richiesta di aumento per il biennio 2024-2025. Per questa contrattazione territoriale, il 27 ottobre 2023 si è firmato un accordo a livello nazionale sul recupero del differenziale tra quanto ottenuto con il Ccnl per gli operai agricoli e florovivaisti e l’inflazione per il biennio 2022-2023. Questo accordo ha individuato nel 3,5% tale recupero, che non è trattabile a livello territoriale e che si aggiunge a quanto verrà concordato nella trattativa dei Cpl. 

Sono tutte trattative che presentano difficoltà sia nella tempistica delle sottoscrizioni che nei contenuti. La tenuta unitaria e lo stretto rapporto con le lavoratrici e i lavoratori, a supporto del confronto, ci danno fiducia nei risultati che riusciremo ad ottenere.

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