Nella manovra poche idee e confuse per l’agroalimentare

Seppure dettata dalla necessità di ridurre la posizione di disavanzo che caratterizza il nostro Paese, il giudizio complessivo che riguarda la manovra economica 2025 appare comunque negativo. Il governo fallisce l’obiettivo di revisione del sistema fiscale peggiorando le condizioni di lavoratori dipendenti e pensionati, le modifiche al sistema pensionistico non sembrano incidere positivamente, le scelte sulle risorse da destinare alla sanità appaiono insoddisfacenti e sugli obiettivi di “spending review” emergono ulteriori criticità, vista la scelta finale di perpetuare la logica dei tagli lineari. Problematica appare infine la riduzione delle spese di investimento che colpiranno le amministrazioni locali mettendo in discussione l’adeguatezza dell’offerta di servizi alle comunità rischiando al contempo di compromettere molte delle linee progettuali del Pnrr.

Ugualmente poco significativi appaiono gli interventi che la manovra 2025 riserva al settore agroalimentare. Da un lato, la dimensione economica ridotta degli strumenti previsti e, dall’altro, la logica emergenziale che caratterizza la prevalenza delle misure adottate, permettono di giudicare irrilevante l’effetto finale. Appare evidente, d’altro canto, l’elevato grado di diversificazione, in termini di obiettivi e strumenti, che caratterizza i provvedimenti “agroalimentari”. Ancora una volta la legge di bilancio manca di una visione strategica di sviluppo per il nostro settore e viene utilizzata come un contenitore di interventi estemporanei.

Per quanto riguarda l’agricoltura la manovra 2025 si concentra, da un lato, su interventi finalizzati alla compensazione delle imprese agricole colpite da eventi alluvionali e dall’altro alla promozione di azioni di contrasto di alcune patologie zootecniche come la brucellosi, la peste suina africana e la lingua blu. Sempre a favore del settore agricolo possono essere ascritte la previsione dell’ampliamento delle risorse a disposizione del Fondo di solidarietà nazionale per gli incentivi assicurativi e il sostegno riservato ai progetti di condivisione delle banche dati zootecniche e alla prosecuzione delle attività di ricerca condotte dal Crea sulle Ntg (Nuove tecniche genomiche), tecnologie innovative su cui appare fondamentale continuare ad adottare approcci prudenziali approfondendo parallelamente la conoscenza degli impatti sociali ed economici. D’altronde l’importante investimento deciso nella manovra 2025 sulle Ntg appare in contradizione con il progressivo definanziamento deciso dal governo riguardo al settore dell’università e della ricerca.

Una parte rilevante delle risorse della manovra “agricola” come già avvenuto nelle precedenti leggi di Bilancio viene, inoltre, riservata ad alcuni strumenti per il contrasto alla povertà alimentare (Fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti e Fondo per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità). Anche in questo caso non vengono introdotti strumenti nuovi ma si provvede al rifinanziamento di misure già esistenti. Perplessità rimangono, da un lato, sulla coerenza dell’attribuzione al Masaf delle funzioni di lotta alla povertà e, dall’altro, sull’efficacia dei meccanismi finora previsti e sull’adeguatezza delle risorse allocate anche considerando che, secondo le stime dell’Istat, il 22,8% della popolazione italiana è a rischio di povertà o esclusione.

Nella legge di Bilancio 2025 trovano infine spazio provvedimenti con finalità molto diversificate: accanto a interventi diretti ad evitare il mancato utilizzo del residuo delle risorse comunitarie dello sviluppo rurale relative al periodo 2014-2022, vengono adottati provvedimenti finalizzati alla risoluzione definitiva della storica vicenda delle quote latte.

Per quanto riguarda l’industria alimentare la manovra 2025 prevede solo uno specifico intervento a vantaggio del settore della birra. D’altro canto sono previste alcune azioni che in generale sostengono le attività del settore manifatturiero. Anche per questa tipologia di interventi la nuova legge di bilancio non introduce significative innovazioni. Gli interventi previsti riguardano infatti il rifinanziamento di strumenti di sostegno già presenti e introdotti da precedenti governi (Transizione 4.0 e Nuova Sabatini). Tra i pochi provvedimenti a favore del Mezzogiorno si segnala l’estensione anche per il 2025 del credito di imposta per gli investimenti realizzati nella Zes (Zona economica speciale) unica per i settori agricoltura e pesca e acquacoltura. La nuova legge di Bilancio interviene infine rifinanziando il Programma nazionale della pesca e dell’acquacoltura e introducendo modifiche alle norme che regolano le attività venatorie.

Massimiliano D’Alessio
ricercatore della Fondazione Metes

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