Bilongo, Flai Cgil, al ministro Lollobrigida: “Non facciamo confusione, la legge contro il caporalato c’è, è la 199 del 2016”

“La narrazione petulante, enfatica e volutamente sviante del Governo sulla reintroduzione del reato di somministrazione illecita di manodopera è poco onesta”, puntualizza Jean René Bilongo, presidente dell’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai Cgil. “Chiariamoci – aggiunge – il ripristino delle sanzioni penali in presenza di esternalizzazioni illecite che il Governo sbandiera si applica agli appalti e ai subappalti. Non è casuale che fosse incardinato nel Decreto legge recante disposizioni urgenti per l’attuazione del Pnrr, sull’onda emotiva provocata dalla lunga scia di morti sul lavoro nella realizzazione di opere in appalto e subappalto”.

“A scanso di equivoci – precisa Bilongo – diciamo con forza che la repressione dello sfruttamento lavorativo in agricoltura si declina attraverso la legge 199, approvata dal Parlamento il 29 ottobre 2016, in una cornice di “Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo”. La legge 199/2016 consta dell’articolo 603bis del Codice Penale che punisce sia il reclutamento per conto altrui di lavoratori, sia l’utilizzo, l’assunzione o l’impiego anche, quindi non solo, mediante l’attività d’intermediazione”.

“Di fronte al quadro avvilente che contrassegna tanta parte del lavoro nell’economia primaria – conclude il responsabile immigrazione della Flai Cgil –  il Governo dovrebbe impegnarsi ad attuare compiutamente la legge 199/2016, senza provare ad arrampicarsi sugli specchi. L’ecosistema normativo di cui si è dotato il paese nella lotta al caporalato e allo sfruttamento in agricoltura si articola sul duplice fronte della repressione e della prevenzione. L’attività degli Uffici Giudiziari, le tante inchieste aperte, le denunce dei lavoratori danno il senso dell’impegno sul fronte della repressione. Stenta invece a decollare il profilo preventivo attraverso la Rete del Lavoro Agricolo di Qualità. Il numero di aziende che si sono iscritte, meno di 7000 in quasi 8 anni di vigenza della legge, è sintomatico della riluttanza di parte considerevole dell’imprenditoria agricola e a smarcarsi dal caporalato e dallo sfruttamento del lavoro. Evocare norme che nulla c’entrano con le insidie che permeano il lavoro in agricoltura è fuorviante e fa parte di un maldestro tentativo di delegittimare la 199”.

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