CAPORALATO. PRESENTATO DALLA FLAI CGIL PRIMO QUADERNO OSSERVATORIO P. RIZZOTTO

“Geografia del Caporalato”, questo il titolo del primo quaderno di una collana legata al Rapporto agromafie e caporalato dell’Osservatorio P. Rizzotto, presentato oggi presso l’aula magna di Lettere della Sapienza, davanti a una platea di studenti. Dopo una introduzione ai lavori di Giovanni Mininni, Segretario generale Flai Cgil, che ha spiegato il perché della location universitaria: “vogliamo parlare non solo a chi di lavoro e di caporalato ne sa, ma anche a chi non conosce un problema che riguarda l’agricoltura e non solo. Anni fa ci prendevano per pazzi, tutti credevano che il caporalato fosse un problema legato al passato, cancellato dalla modernità, ma così non è”.

Poi, per un saluto non formale, ha preso la parola Gaetano Lettieri, Direttore dipartimento SARAS della Sapienza, sottolineando il valore di una iniziativa che “è per noi non un momento marginale ma strutturale per il ruolo civile che l’insegnamento universitario deve avere e il tema del caporalato è centrale nella nostra attività”.

Emanuele Bernardi, Professore di Storia contemporanea a La Sapienza, ha rilanciato il tema dell’ascolto e dell’indagine scientifica dei fenomeni “senza mai dimenticare che stiamo parlando di persone”. J. Renè Bilongodell’Osservatorio ha spiegato le nuove geografie del caporalato e il rigoroso e scientifico lavoro dell’Osservatorio per monitorarlo, grazie al contributo di studiosi e a una presenza capillare della Flai sui territori.

Iolanda Rolli, Prefetto di Reggio Emilia, ha parlato di un mondo del lavoro come una immagine in bianco e nero e di come “dietro al caporalato c’è criminalità e mafia, il caporalato è una lavatrice di soldi”. Per contrastarlo “è necessario mettere a sistema tutte le azioni, ma bisogna partire dalla conoscenza, conoscere il fenomeno campo per campo ghetto per ghetto”.

Tatiana Esposito, Direttrice Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha ricordato il lavoro del tavolo sul caporalato che “ha prodotto un piano triennale, in corso di attuazione, con 10 linee di azione proprietarie. Vigilanza, controllo, repressione ma anche e soprattutto prevenzione del fenomeno”.

Uno sguardo europeo è stato quello di Patrick Doelle, Commissione UE DG Home, Migration Support Team Italia, per il quale “oltre la gestione emergenziale del fenomeno caporalato ci deve essere una visione più ampia anche del tema delle migrazioni, nell’interesse stesso della UE”.

Bruno Giordano, Direttore INL, prima dei numeri che riguardano il suo settore, ha ricordato l’origine del termine caporalato, “un termine che risale all’800 con i campieri che militarmente dovevano controllare i lavoratori; oggi il caporalato ci fa tornare indietro al 1800 perché nella intermediazione del lavoro interviene qualcuno sui diritti, sugli orari, sul salario. Oggi si parla di caporalato quando il mercato prevale sui diritti. Dal 2019 – ha proseguito Giordano – le ispezioni sono aumentate del 411%. Vittime di caporalato sono italiani per il 4% e per circa il 93% extracomunitari”.

Le conclusioni della mattinata sono state affidate a Gianna Fracassi, Segretaria nazionale Cgil. “Il Quaderno è uno strumento della conoscenza per contrastare il fenomeno e sconfiggerlo. Per questo oggi ci interessa prevenire caporalato e sfruttamento, arrivare prima che si consumi il reato”. In questo il sindacato può tanto, con il Sindacato di strada, con una lotta per i diritti e il lavoro che deve essere collettiva, con la contrattazione, perché “oggi – ha concluso Fracassi – contrattare è recuperare nella modernità le radici antiche dei diritti”.

 

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