Eolico Offshore, Pucillo, Flai Cgil: “Ascoltiamo i pescatori, evitiamo progetti calati dall’alto” 

Il capo dipartimento pesca interviene al secondo convegno nazionale dell’associazione delle energie rinnovabili offshore (Aero) per ribadire in sede istituzionale che ambiente e lavoro possono, devono stare insieme

La Flai Cgil interviene al secondo convegno nazionale dell’associazione delle energie rinnovabili offshore (Aero), ‘Energia dal mare: il potenziale nazionale per lo sviluppo sostenibile delle rinnovabili offshore’, per ribadire in sede istituzionale che ambiente e lavoro possono, devono stare insieme. Nell’aula del palazzo dei gruppi parlamentari della Camera, onorevoli, addetti ai lavori, professionisti, dirigenti aziendali ed esponenti delle associazioni analizzano gli impatti dell’offshore nell’ottica di promuovere uno sviluppo delle energie rinnovabili per una transizione energetica non più derogabile, anche e soprattutto alla luce degli stravolgimenti climatici. “La pesca vede sempre più restringere i propri spazi – spiega Antonio Pucillo, capo dipartimento pesca Flai Cgil – abbiamo commissionato uno studio scientifico proprio per dimostrare come alla pesca sia rimasto a disposizione meno del 30% dello spazio marittimo, compromettendo la stessa sostenibilità sociale dell’attività. Rischiano di sparire le comunità costiere e con esse anche l’occupazione, l’economia e il patrimonio storico del mare. Con l’eolico offshore si entra all’interno di uno spazio lavorativo, ed è questo il problema a cui dobbiamo trovare una soluzione”. Pucillo sottolinea come “fino ad oggi i pescatori siano stati troppo poco coinvolti nella progettazione e nella pianificazione dei futuri impianti eolici. Questo è un grave errore. Stiamo parlando di un mondo, quello della pesca, che negli ultimi dieci anni ha vissuto solo di incertezze: ‘se riduci la quantità di pescato e lo spazio di lavoro, se non potenzi l’attrezzatura, allora fra qualche anno forse le prospettive saranno migliori’. L’unica certezza è che la flotta è quasi dimezzata. Dobbiamo tronare dai pescatori con proposte concrete, senza troppi ‘se’, che impattino il meno possibile su un mondo che potrebbe invece sostenere il progetto dell’eolico offshore mettendo a disposizione i propri saperi, collaborando a una transizione ecologica non più derogabile. Perché su questo siamo tutti d’accordo. Crediamo che l’eolico possa diventare una risorsa, un sostegno, anche per il mondo della pesca. Naturalmente non si può prescindere dal confronto con i diretti interessati. Stiamo parlando di un’attività in profonda crisi, senza nemmeno ammortizzatori sociali strutturati. Sediamoci e ragioniamo, evitiamo progetti calati dall’alto. Evitiamo uno scontro sociale che finirebbe per penalizzare ulteriormente un settore importante come quello della pesca. L’iniziativa di ieri, organizzata dall’associazione Aero e dal suo presidente Fulvio Mamone Capria, va nella direzione giusta. Intendiamo continuare un confronto che va avanti ormai da diversi mesi. A breve pubblicheremo una nuova ricerca, che analizza i possibili scenari socio-economici nelle aree di pesca dove dovrebbero essere realizzati i parchi eolici. Un ulteriore strumento che metteremo a disposizione di tutti”. 

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