Il futuro dei boschi, del legno e del lavoro deve essere green. A Roma il convegno di Fillea, Flai e Nuove Ri-Generazioni

Il futuro del pianeta o sarà ecologicamente e socialmente sostenibile o non sarà. Cambiare modello di sviluppo e ripensare il lavoro, cosa e come produrre e consumare, sono scelte obbligate. Al Centro congressi Frentani di Roma, venerdì prossimo 24 maggio, Flai, Fillea e Nuove Ri-Generazioni parleranno di “filiere della giusta transizione: la risorsa legno”.

Il convegno, aperto dalla relazione di Rossella Muroni, presidente di Nuove Ri-Generazioni, metterà a confronto sindacati, associazioni, rappresentanti delle istituzioni locali: Tatiana Fazi, segretaria nazionale Fillea Cgil; Davide Fiatti, segretario nazionale Flai Cgil; Marco Bussone, presidente Uncem e Pefc; Antonio Nicoletti, responsabile aree protette Legambiente; Fabio Renzi, segretario generale Fondazione Symbola; Barbara Lori, assessora Regione Emilia Romagna; Gianluca Gallo, assessore Regione Calabria. Al secondo panel interverranno Davide Pettenella, Università di Padova e Presidente Cluster Legno; Alessandro Genovesi, segretario generale Fillea Cgil; Pino Gesmundo, segretario nazionale Cgil; Maria Rita Gallozzi, presidente di Fsc Italia.

Le proposte per il futuro dei boschi, del legno, del lavoro devono essere green. Due terzi delle foreste sono di proprietà privata, solo un terzo pubblica. I lavoratori forestali, dipendenti pubblici, svolgono la fondamentale mansione di buona e corretta gestione del bosco, unitamente alla tutela del paesaggio ed al contenimento del dissesto idrogeologico. Si tratta di una funzione che rientra tra i principi della nostra Costituzione. Questo complesso di attività è e deve rimanere appannaggio delle pubbliche amministrazioni, poiché si tratta di una funzione di interesse generale, che non ha un immediato ritorno economico – se con questo intendiamo generazione di profitto – ma che porta con sé un valore economico nella gestione della risorsa bosco come bene della collettività. Il bosco deve essere tutelato e preservato non con interventi emergenziali, che troppo spesso si sono succeduti negli ultimi anni a seguito di eventi catastrofici con un aggravio di oneri economici nei bilanci regionali e nazionale, bensì mediante una programmazione ragionata e di lungo periodo. La formazione resta un nodo fondamentale per i lavoratori del settore e deve essere obbligatoria per tutti, non basta un solo operatore formato per consentire alle imprese le lavorazioni in bosco.

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