Pesca. Cordoglio dei sindacati per il lavoratore morto a Anzio.

“SERVE STRATEGIA LUNGIMIRANTE PER IL SETTORE

A distanza di pochi giorni dalla tragedia della Nuova Iside, apprendiamo con sgomento che, ad Anzio, si è consumato un nuovo dramma. A perdere la vita questa volta è un uomo che lavorava a bordo del M/P Gabriella. Ci stringiamo attorno alla famiglia della vittima, con la tristezza nel cuore, nel dover ancora una volta assistere all’inesorabile stillicidio che, ormai da troppo tempo, sta affliggendo il settore della pesca professionale.

Lo dichiarano in una nota Fai, Flai e Uila Pesca esprimendo cordoglio per luomo deceduto in mare, ieri, ad Anzio.

Se, da una parte, il mestiere di chi prende il mare è ricco di incognite e pericoli, dall’altra non possiamo non constatare che, sul fronte della sicurezza e della salvaguardia della vita umana in mare, troppi progressi devono ancora essere fatti. In questo momento storico, all’indomani di una emergenza sanitaria terribile, le imprese di pesca hanno bisogno di certezze e della liquidità necessaria per non dover negoziare tra tutela del reddito e tutela della sicurezza proseguono Fai, Flai e Uila Pesca.

I fondi messi a disposizione dai Decreti legge Cura e Rilancio Italia e le ulteriori risorse stanziate in ambito FEAMP, devono essere immediatamente trasferiti ad un settore che, non va dimenticato, ha contribuito a mantenere riforniti i banchi dei supermercati quando tutti temevamo per il nostro approvvigionamento di cibo. Senza poi dimenticare le reiterate richieste, provenienti dalle marinerie, per i pagamenti dei fermi pesca per gli anni 2018 e 2019 alle imprese e le indennità di fermo obbligatorio 2019 ai lavoratori, che certamente in un momento così drammatico avrebbero assicurato un importante ristoro in un settore dove le retribuzioni sono strettamente correlate al reddito d’impresa: ed invece, anziché scegliere la semplificazione, si annega dentro una burocrazia lontana avvitata su stessa.

E sul fronte della sicurezza, mentre in tutto il Paese giustamente si è proceduto a tutelare la salute e sicurezza con Protocolli anti Covid, vorremmo non si dimenticasse che non è più tollerabile il procrastinarsi dell’assenza dei decreti attuativi, specifici per la pesca , del D.Lgs. 81/2008 per consentire lo svolgimento del lavoro nel rispetto della tutela della salute e sicurezza di chi vive in mare.

Riteniamo, inoltre, che sia giunto il momento di affrontare con una strategia lungimirante la gestione delle uscite in mare rendendola più “flessibile” e permettendo così ai pescatori di uscire in tutta sicurezza nelle giornate più consone dal punto di vista meteo marino aggiungono i sindacati. Non è più rinviabile la discussione sulle rigidità imposte da un piano di gestione oramai obsoleto che, pur nella salvaguardia dell’eco sistema, non può ancora continuare a mettere a repentaglio la vita e la sicurezza delle persone che lavorano con sacrificio ed abnegazione.

Speriamo, dunque, che questa emergenza ci restituisca il senso di ciò che conta davvero per il Paese : il lavoro, la difesa della salute e della sicurezza a bordo delle imbarcazioni, l’importanza dei beni essenziali come il cibo, la consapevolezza che la pesca ed i pescatori sono una risorsa per la collettività e che nessuno mai dovrebbe trovarsi a decidere di mettere a repentaglio la propria incolumità per guadagnare qualcosa per la propria  sussistenza concludono Fai, Flai e Uila pesca.

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