Salario minimo, per la Flai tema non più rinviabile

Sull’ultimo numero di AE lavoro giusto, rispettoso dei diritti e con una paga adeguata

Anche al forum Ambrosetti di Cernobbio, quello che tradizionalmente si svolge a villa d’Este, il tema del salario minimo è entrato nell’agenda ufficiale dei lavori. Gli esponenti del mondo della finanza e dell’economia, va da sé ordoliberali, e gli stessi ministri del governo Meloni, si sono trovati davanti uno studio in cui, tra le “numerose proposte che vengono avanzate per cercare di colmare il divario che penalizza l’Italia sia per quanto riguarda il potenziale di crescita che le disparità all’interno del Paese” c’è appunto il salario minimo. La questione salariale pesa sullo sviluppo in modo ormai insopportabile. La crescente precarizzazione, per esempio, “è sempre più abbinata a discriminazioni retributive: nel privato, la paga media dei dipendenti a tempo determinato è inferiore fino a 10,7 euro l’ora in settori quali banche e assicurazioni. Significa in media 21mila euro di meno di stipendio annuale”. Per di più, “solo il 6% dei precari a fine anno riesce a spuntare il sospirato contratto indeterminato”. Inoltre a guardare gli ultimi 30 anni l’Italia è l’unica tra le grandi economia Ocse – con la Spagna – in cui i salari sono addirittura scesi, a parità d’acquisto. In questa realtà è evidente il contributo che potrebbe dare il salario minimo, in un quadro più generale di riconquista dei valori sanciti dalla Carta costituzionale. La strada maestra da seguire, come rilevato all’altro forum di Sbilanciamoci! che quest’anno si è svolto a Como, per un paese più giusto, uguale e solidale, rispettoso dell’ambiente e impegnato a ripudiare la guerra. All’ ‘Altra Cernobbio’ è stato ribadito come in questi anni la Costituzione repubblicana sia rimasta largamente inattuata, erosa da politiche che ne hanno minato la lettera e la sostanza.

Per migliorare le condizioni di vita delle persone, per la Flai Cgil è necessario cambiare gli attuali paradigmi del modello di sviluppo. Il sindacato individua quali obiettivi prioritari: l’incremento dei salari oltre il recupero dell’inflazione reale, la lotta al precariato in qualunque forma si presenti e in tutti i settori produttivi, contrattare la sostenibilità ambientale e sociale.

Quello del lavoro giusto, rispettoso dei diritti e con una paga adeguata è tema centrale anche nell’ultimo numero della rivista AE – Agricoltura, Alimentazione, Economia, Ecologia della Fondazione Metes. Niccolò Giangrande e Giuliano Ferrucci della Fondazione di Vittorio affrontano il capitolo su salari e occupazione delle principali economie europee nel 2022, gli studiosi Emiliano Mandrone e Manuel Marocco guardano ai temi della flessibilità, di forme contrattuali e occupazione, mentre la contrattazione aziendale e i premi di risultato in agricoltura vengono affidati a Massimo Resce e Francesco Manente. Infine a parlare di uso sostenibile del suolo sono gli esperti Filippo Altobelli e Alessandro Monteleome. Sul tavolo i nodi ancora da sciogliere dei salari reali, la riforma fiscale progressiva, la riduzione del lavoro precario e discontinuo, la difesa e il potenziamento della sanità pubblica, il governo delle politiche industriali e di sviluppo per le trasformazioni verdi e digitali, il contrasto alle ipotesi di autonomia differenziata e presidenzialismo e la riforma strutturale del sistema previdenziale. Il portavoce della campagna Sbilanciamoci! Giulio Marcon e il segretario Giovanni Mininni hanno stretto l’Alleanza Clima Lavoro con Fiom Cgil, Filt Cgil, Legambiente, Wwf, Greenpeace, Cgil Piemonte, Kyoto club, Transport&Envirorment e Motus-E, un arcipelago di forze unite nel contrastare e rovesciare la narrazione di quanti, nell’opporsi alla transizione ecologica, sostengono tendenzialmente che la tutela dell’ambiente vada a scapito di quella dell’occupazione e del benessere. Mondo del lavoro e dell’ambientalismo uniti, sulla base della consapevolezza che la tutela della biosfera e quella del lavoro e dei diritti siano due facce della stessa medaglia, due fronti inscindibili dello stesso impegno per un nuovo modello di sviluppo, per assicurare un futuro al pianeta e alle generazioni che verranno.

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