Servizio civile agricolo, Fiatti, Flai Cgil: “Necessari interventi strutturali. Rischiamo di legalizzare il sottosalario”

“Lavorare è ‘avere una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa’, come sancisce l’articolo 36 della nostra Costituzione”

Da Siracusa arriva l’ultima proposta del governo Meloni per incentivare l’occupazione giovanile: andare nei campi e passarci un anno, tanto quanto è la durata del servizio civile. “I giovani potranno servire la patria con una attività di valore agricolo”, assicura il ministro della Agricoltura Francesco Lollobrigida nel solco della rinnovata intenzione di Lega e Fratelli d’Italia di introdurre la leva obbligatoria. “Si vuol far lavorare nei campi ragazzi e ragazze di 18-20 anni a 500 euro al mese, fatti due conti a 3 euro l’ora. Non può essere certo questa la politica che aiuta a incentivare l’occupazione giovanile. Piuttosto sembra un tentativo di legalizzare il sottosalario – osserva Davide Fiatti, segreteria nazionale Flai Cgil – e pensare di risolvere in questo modo alcuni problemi strutturali, in un settore come quello agricolo che vede le aree periferiche sempre più in difficoltà, non ci convince. Non dimentichiamo che stiamo parlando di un settore dove le norme sul mercato del lavoro permettono già oggi un’estrema flessibilità. Lavorare non è servire la patria, è avere ‘una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa’, come sancisce l’articolo 36 della nostra Costituzione”.

Per Fiatti “abbiamo bisogno di mettere in campo ben altre politiche per affrontare questioni annose, a partire dallo sfruttamento e dal caporalato che continuano a interessare i campi e i terreni agricoli della penisola da nord a sud, nonostante ci siamo leggi di contrasto come la 199 del 2016 che però vengono applicate poco e male. Il combinato disposto fra la legge Bossi-Fini e il decreto flussi, così come interpretato da questo governo, creano un’autentica fabbrica di invisibili, facili prede della malavita organizzata e di imprenditori senza scrupoli”.   

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