Brescia, la ‘diritti in campo’ torna sul terreno di gioco

Diamo un calcio al caporalato, allo sfruttamento, al lavoro povero. Si accendono nuovamente i riflettori sul campo di calcio di Torbole Casaglia, in provincia di Brescia. Una squadra davvero speciale, con ingaggi simbolici ma tanto valore aggiunto civile, sociale e culturale. Non sarà Simone Inzaghi, ma Giancarlo Venturini ce la mette tutta per far giocare i ragazzi della squadra più particolare di qualsiasi campionato.

Questa sera la partita si gioca con un avversario temibile, un gruppo di lavoratori provenienti dai paesi del Nordafrica, in buona parte da quel Marocco arrivato in semifinale agli ultimi Mondiali di calcio. Il presidente Alberto Semeraro, che fuori dal campo è il segretario generale della Flai Lombardia, ha preparato le divise di gioco sia per la “sua” squadra che per quella avversaria. A loro magliette rosse, il rosso della Flai. Una divisa di gioco destinata ad essere conservata, come ricordo di un calcio che davvero in questi casi è a misura d’uomo, e che cerca di contrastare in questo modo lo sfruttamento cui sono soggetti tanti lavoratori migranti, arrivati nel nostro paese in cerca di una vita migliore. Eppure senza il loro lavoro nei campi non avremmo frutta, verdura e ortaggi di prima qualità sulle nostre tavole.

Edoardo Galeano e Osvaldo Soriano insegnano che il calcio è vita, e come succede nella vita si fanno incontri, si stringono amicizie, si abbattono le barriere. La partita finirà 7 a 6 per la ‘diritti in campo’, ma se la tattica di gioco è quella della solidarietà, non ci sono vinti ma solo vincitori. E stasera tutti a cena a parlare di pace, di cui c’è tanto bisogno in questo mondo impazzito. Perché le guerre cancellano tutto, anche il lavoro.

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