Caporalato, 16 lavoratori sfruttati nei vigneti senesi. Flai Cgil: “Sul contrasto serve salto di qualità”

Borselli: “Le indagini dimostrano quanto ancora ci si da fare in agricoltura per garantire l’applicazione della legge 199 del 2016”

Un’ispezione dell’Ispettorato del Lavoro nella provincia di Siena durante la vendemmia ha scoperto 16 operai senza contratto regolare e altri quattro senza permesso di soggiorno. Due attività sono state sospese. “L’ennesimo caso di sfruttamento e caporalato è lo spaccato di un’economia primaria sofferente –  dichiara Mirko Borselli, segretario della Flai Cgil Toscana – Sfruttati nei campi, nelle vigne del nostro prodotto agricolo più conosciuto ed apprezzato nel mondo, il Chianti. Le indagini dimostrano quanto ancora ci si da fare in agricoltura per garantire l’applicazione della legge 199 del 2016 sul contrasto al caporalato. Si susseguono i casi, anche nella nostra regione, in cui il fenomeno viene affrontato in assenza di reale efficacia in termini di contrasto preventivo”. Per la Flai Cgil “serve un salto di qualità, le sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità devono diventare un reale strumento per prevenire e sconfiggere il caporalato. In metà delle provincie toscane, ancora a distanza di otto anni dalla legge 199 che le ha previste, le sezioni territoriali non si sono neanche insediate. Queste sezioni servono a garantire l’incontro fra domanda e offerta di lavoro, far funzionare il collocamento pubblico, garantire le politiche di accoglienza, offrire il trasporto dei braccianti. Questo va fatto territorio per territorio perché significa poter calibrare e agire sulle peculiarità e diversità presenti, significa togliere ai caporali gli strumenti che utilizzano per intercettare lavoratrici e lavoratori in stato di grave vulnerabilità. Quando lo Stato non presidia arrivano loro”.

“L’ennesimo caso di caporalato – aggiunge Borselli – dimostra altre dinamiche conosciute e su cui è necessario intervenire: il sistema degli appalti dietro cui si maschera sfruttamento e di conseguenza condizioni lavorative che si prestano a rischi per la sicurezza e gravi infortuni; caporali che spesso reclutano lavoratori extracomunitari nei centri di accoglienza straordinaria, spostando la mano d’opera verso provincie e regioni limitrofe seguendo le diverse fasi stagionali delle colture, in un contesto normativo che continua ad adottare un approccio emergenziale a fronte di un fenomeno strutturale, quello dell’immigrazione, che interessa regolarmente il nostro paese”.

La Flai Cgil, anche in Toscana, è in campo con il sindacato di strada come “strumento per intercettare lavoratrici e lavoratori che hanno evidenti difficoltà a presentarsi nelle nostre sedi, praticando il principio di solidarietà e di riscatto da tutte le forme di sfruttamento”.

Articoli correlati

Mantova, elezioni Rsu alla Cleca, Flai si conferma primo sindacato del gruppo

Si sono svolte il 20 e il 21 febbraio scorso le elezioni per il rinnovo della Rsu negli stabilimenti mantovani dell'azienda Cleca Spa. La...

Reggio Emilia, dopo il rogo alla Cremonini prosegue il confronto sul futuro dei lavoratori

Resta aperto il tema del trattamento per i dipendenti che si stanno spostando nelle altre sedi del gruppo, a Castelvetro, Piacenza e Pegognana (nel mantovano). Nel frattempo Cgil, Cisl e Uil hanno scritto una lettera a Regione, Provincia e sindaco in cui si chiede di elaborare una strategia per il futuro

Mantova, siglato integrativo alla Levoni di Castellucchio. Più sicurezza e aumento del premio produttività

Le segreterie provinciali di Fai Cisl, Flai Cgil e la direzione di Salumificio Levoni Spa hanno sottoscritto un verbale di accordo per il rinnovo dell’integrativo...