Centrale del Latte Alessandria, una crisi annunciata, lavoratori in presidio

A rischio il posto di lavoro per 48 famiglie. Benedetto, Flai Cgil: “Chiediamo un atto di responsabilità per salvare azienda e occupazione. Non vogliamo piangere sul latte versato” 

La Centrale di Alessandria e Asti sospende la sua attività. E’ l’esito della crisi che ha coinvolto l’azienda – nata nel 1953 – e si è aggravata nel febbraio scorso quando nessuno dei soci ha aderito all’aumento di capitale. “Non sussistono più i presupposti per la continuità”, scrive, in una nota, il Consiglio di amministrazione, dopo la riunione convocata per “l’analisi della situazione vendite al 30 aprile 2024 e l’aggiornamento dell’esame delle manifestazioni di interesse ricevute”. Nessun acquirente si è fatto avanti ed è stata chiusa la procedura della composizione negoziale della crisi. La Centrale del Latte di Alessandria e Asti ha un debito superiore ai 2 milioni di euro. Il Cda ha deliberato “l’interruzione dell’attività compatibilmente con gli impegni commerciali presi e con lo smaltimento delle scorte di prodotti a magazzino”. Alla Centrale del Latte di Alessandria e Asti lavorano una cinquantina di dipendenti, ogni anno l’azienda ritira e trasforma 15 milioni di litri di latte, il suo mercato, oltre che in Piemonte, è nella provincia di Savona e a Viareggio (Lucca). 

“Nelle ultime settimane il Cda si è riunito più volte per vagliare e deliberare su proposte che non sono mai arrivate o che mettevano in discussione i posti di lavoro – spiega  il segretario generale provinciale di Alessandria della Flai Cgil, Raffaele Benedetto – L’azienda oltre a versare in grave crisi economica da diverso tempo, sta anche perdendo importanti fette di mercato. Scelte industriali sbagliate, investimenti sbagliati, hanno portato la Centrale del Latte nello stato in cui versa oggi. E’ a rischio il posto di lavoro per 48 famiglie. Stamattina c’è stata la riunione tra rsu, segreteria Flai e Cda nella quale ci è stato comunicata la chiusura, da parte del consulente, della composizione negoziata della crisi con esito negativo con relativa decisione nei prossimi giorni, di mettere la società in liquidazione”.

“I dipendenti, non certo per loro responsabilità, pagano il prezzo più alto per un percorso disastroso – aggiunge il segretario della Flai – Il marchio della Centrale del Latte di Alessandria e Asti rischia di sparire dagli scaffali della grande distribuzione e anche dai banchi delle latterie e bar dislocati su tutta la provincia di Alessandria, Savona, Viareggio oltre che in diversi punti vendita dell’Italia nord occidentale”.

La Flai chiede un atto di responsabilità ai soci “per non far morire una delle poche aziende agro-alimentari presente sul nostro territorio e con essa, i posti di lavoro, compresi quelli dell’indotto che oggi vive di ‘questo latte’. Domani 9 maggio saremo presenti in presidio davanti all’azienda, sia in via Massobrio che in via Pisacane, mentre venerdì con una delegazione di lavoratrici e lavoratori ci recheremo a Parma dove si chiuderà la fiera Cibus dell’agroalimentare italiano. Oggi abbiamo deciso che non fermeremo la produzione perché fino a quando ci sarà data la possibilità di produrre il latte fresco e la panna, lo faremo con senso di responsabilità. Noi non vogliamo piangere sul latte versato”.

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