Contrasto a sfruttamento e caporalato, Russo, Flai Cgil Sicilia, al QdS: “Urge sinergia tra le istituzioni”

Ecco le iniziative previste dal piano quinquennale e integrato di interventi contro il capolarato e lo sfruttamento ai danni dei lavoratori stranieri

Supporto alle azioni ispettive in complementarità con altri interventi territoriali, attivazione di misure per aiutare i lavoratori immigrati a trovare un’abitazione, svolgimento di tirocini formativi, implementazione dei poli sociali integrati per la presa in carico dei cittadini migranti. Sono alcune delle iniziative previste dal piano quinquennale e integrato di interventi per il contrasto delle forme di caporalato e di grave sfruttamento lavorativo ai danni dei lavoratori stranieri nelle cinque regioni del Sud Italia (Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata e Campania). Il programma d’interventi prevede anche: l’entrata in funzione dell’help desk interistituzionale anti-caporalato, ovvero un servizio multicanale e multilingue che promuove l’emersione e facilita l’accesso alle informazioni e ai servizi e l’istituzione del budget di integrazione, che attribuisce al singolo destinatario un plafond di risorse per sostenerlo nella costruzione di un progetto individualizzato di autonomia socio-lavorativa. Il piano di iniziative, giunto alla terza edizione, è alla base del Programma Su.Pr.Eme.2 ed è stato presentato a Palazzo dei Normanni dall’assessore regionale alla Famiglia e alle politiche sociali Nuccia Albano. E’ il risultato di un progetto dell’Assessorato e sarà finanziato a valere sull’Obiettivo strategico Migrazione legale/integrazione, misura di attuazione del Programma nazionale del Fondo asilo, migrazione e integrazione (Fami) 2021-2027. 

“Occorre più sinergia istituzionale”

Sull’argomento il QdS.it ha intervistato il segretario di Flai Cgil Sicilia, Tonino Russo al quale hanno chiesto se alle iniziative in programma ci sarebbero, a suo avviso, altri interventi da aggiungere. “Sono intervenuto alla presentazione del piano quinquennale all’Assemblea Regionale Siciliana, come Flai Cgil siamo presenti anche al tavolo regionale contro lo sfruttamento e il caporalato in agricoltura e devo riconoscere che da parte dell’Ufficio Immigrazione, che prima era un ufficio speciale mentre oggi è un servizio dell’Assessorato alla Famiglia, c’è molta attenzione su questi temi. – ha dichiarato – Vanno bene i progetti, l’utilizzo dei fondi europei come il Fami, i poli sociali e le attività che svolge l’Assessorato coinvolgendo anche associazioni del Terzo Settore; quella che manca è una sinergia tra istituzioni come l’Inps, l’Inail e l’Agea, l’ente quest’ultimo, che eroga i contributi in agricoltura. Occorre evitare, ed è uno dei problemi che noi poniamo, che i soldi dei fondi europei destinati alle imprese agricole, vadano a chi sfrutta i lavoratori, a chi non rispetta i contratti di lavoro, a chi non rispetta le norme sulla sicurezza o, peggio, inquina il territorio. In Sicilia, purtroppo, mancano gli ispettori e i controlli. I dati degli enti sopra citati – evidenzia Tonino Russo – non si incrociano tra loro e con quelli dell’Assessorato all’Agricoltura, mentre potrebbero essere utili per evidenziare laddove c’è sfruttamento, lavoro nero e utilizzo di lavoratori immigrati irregolari”.

“Una certificazione etica dei prodotti”

“Noi chiediamo da tempo – sottolinea Russo – che l’Assessorato all’Agricoltura insieme all’Assessorato al Lavoro, faccia una certificazione etica dei prodotti valorizzando le aziende che rispettano le norme sul lavoro, sulla sicurezza e le norme sociali assegnando a queste imprese un punteggio in più nei bandi del Psr dei finanziamenti che vanno alle aziende agricole, in modo che si possano iscrivere alla Rete del lavoro agricolo di qualità. Noi – prosegue il segretario di Flai Cgil Sicilia – abbiamo anche proposto tra le norme del piano contro lo sfruttamento lavorativo e il caporalato, non solo di mettere in protezione i lavoratori che denunciano ma anche di garantire a questi ultimi il lavoro. I lavoratori ricattati, spesso a tempo determinato, tante volte immigrati, hanno paura di perdere quei pochi soldi, quel lavoro sfruttato che gli consente un minimo di reddito e quindi hanno paura di denunciare. Qua – afferma Russo – le istituzioni devono intervenire a protezione dei lavoratori e a valorizzare le tante aziende sane che esistono e che possono anche assumere i lavoratori che invece hanno il coraggio di denunciare per uscire da una condizione di sfruttamento”.

“Contrasto al caporalato”

“Riguardo in particolare al caporalato, cioè l’intermediazione illecita di mano d’opera, – dichiara Tonino Russo – oggi con i servizi digitali si può fare benissimo l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro, il problema è che in tutti i tavoli nei quali poniamo queste questioni mancano le organizzazioni datoriali”.

L’articolo sul Quotidiano di Sicilia

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