Dopo la protesta arrivano serbatoi di acqua potabile nel ghetto di Borgo Mezzanone

Serbatoi di acqua potabile puntualmente riempiti con le autobotti nella ex pista aeroportuale di Borgo Mezzanone. Cartoline dalla baraccopoli nel foggiano, dove, finalmente, gli impegni presi dalle autorità iniziano a diventare fatti. L’acqua potabile è essenziale per i migranti che affollano questo cosiddetto insediamento informale, operai agricoli a lavoro nei campi della Capitanata e del Tavoliere, con temperature che spesso superano i quaranta gradi, troppe volte sfruttati e sottopagati. Una settimana fa c’era stato l’ultimo incontro in Prefettura a Foggia, dopo l’ennesimo presidio, proprio in corso Giuseppe Garibaldi, della Flai Cgil e dei migranti. Qualcosa si è mosso, la lotta sta pagando. E adesso il sindacato e gli operai agricoli non nascondono la loro soddisfazione. “Con le temperature così alte l’acqua è preziosa ne serve tanta, tantissima. C’è bisogno di altri serbatoi”, dice il segretario generale della Flai Cgil Foggia, Giovanni Tarantella, con gioia mista a orgoglio per i passi avanti che si stanno facendo, mentre parla con i ragazzi del ghetto con Michele Chiucchiarello e Maria Palmieri. “Il prefetto Valiante – ricorda Tarantella – ha preso anche l’impegno ad aprire entro la fine del mese 130 moduli abitativi, in grado di ospitare oltre 400 persone, che in futuro aumenteranno di numero e potranno dare alloggio a più di mille lavoratori. Una prima tappa necessaria per evitare di piangere nuove vittime negli incendi che quasi quotidianamente colpiscono il ghetto di Borgo Mezzanone. Un luogo indegno, che non dovrebbe esistere, perché, la legge 199 contro sfruttamento e caporalato prevede un’accoglienza dignitosa. Le autorità e gli Enti locali si sono comunque impegnati a bonificare nel più breve tempo possibile la baraccopoli”. La lotta paga. 

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