Forestali Trento in sciopero per il contratto, è la prima mobilitazione dopo trent’anni

Sindacati: Proposta della Pat irricevibile, non bastano le parole, servono retribuzioni adeguate e un contratto che riconosca le professionalità

Pretendono un rinnovo contrattuale dignitoso. Per questa ragione le operaie e gli operai forestali sono pronti a scioperare. “E’ la prima mobilitazione degli ultimi trent’anni per il settore, ma la controproposta con cui la Provincia ha risposto alle richieste della piattaforma sindacale è irricevibile su ogni aspetto”, spiegano Elisa Cattani e Katia Negri, segretarie generali di Flai Cgil e Fai Cisl.

Lo sciopero è stato annunciato oggi, segue la proclamazione dello stato di agitazione e la richiesta di un incontro urgente con l’assessora Zanotelli, già inviata nei giorni scorsi. Lavoratrici e lavoratori si fermeranno giovedì e venerdì prossimi, 20 e 21 luglio.

In ballo c’è il rinnovo del contratto integrativo provinciale del settore che in Trentino occupa circa 500 addetti. “Si tratta di figure con altissima professionalità, come hanno dimostrato prima e dopo la tragedia di Vaia – proseguono le sindacaliste – Negli ultimi anni purtroppo il settore sta subendo anche un depauperamento, visto che gli operai sono sempre meno a causa delle crescenti esternalizzazioni. Dirigenti e politici a parole ne riconoscono i meriti e le competenze. Nei fatti, però, le controparti hanno partecipato alla trattativa sbagliando metodo e contenuti. Le proposte sul piano normativo ed economico sono irricevibili. Ai tavoli di confronto non si sono presentati tutti i dirigenti. Si deduce che non ci sia ad oggi nessuna intenzione a trattare in modo costruttivo. La misura è colma”.

Nel dettaglio la piattaforma di Flai e Fai, approvata dai lavoratori, prevede un aumento dell’8% sui minimi tabellari come integrazione al contratto nazionale, a cui si aggiunge un incremento dell’indennità di mensa e di trasporto, 24 ore aggiuntive di permessi retribuiti per ragioni familiari, il superamento dei blocco di tre giorni per chiedere la cassa integrazione (Cisoa), e 40 euro di indennità per chi ha almeno 10 anni di servizio, visto che il contratto non riconosce scatti di anzianità. “Abbiamo costruito una proposta che permettesse di recuperare potere d’acquisto e che al tempo stesso migliorasse le condizioni di lavoro. La controproposta è imbarazzante”.

La Provincia ad oggi è disposta a riconoscere appena un aumento del 2% sui minimi tabellari, e poco più di 12 ore aggiuntive di permessi retribuiti per ragioni familiari. Proposte distanti dalle richieste delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto che, dunque, dopo 31 anni sono nuovamente pronti a scioperare.

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