Fratelli Ruggiero di Mesagne, stop al presidio, ipotesi concordato preventivo

In bilico venti dipendenti e cento stagionali, al lavoro un pool di legali per evitare il crack. Toraldo, Flai: “Non lasceremo soli i lavoratori” 

Sono a rischio cento lavoratori stagionali e ventidue a tempo determinato: è grave la crisi del conservificio di pomodori e carciofi Fratelli Ruggiero di Mesagne, in contrada Santa Rosa, nel brindisino, ma i sindacati di categoria hanno deciso di sciogliere il presidio di protesta organizzato davanti ai cancelli dell’azienda. La situazione non è facile, perché la produzione é ferma per seri problemi finanziari, a causa di debiti contratti per sostenere onerosi investimenti. Sul tavolo della vertenza ci sono tutti gli strumenti a tutela di lavoratrici e lavoratori, a partire dalla cassa integrazione. Ma essenziale per i sindacati è capire cosa intenda fare l’azienda, che sembra indirizzarsi verso un concordato preventivo con la contestuale ripresa produttiva. In sostanza la Fratelli Ruggiero ha assicurato la prossima campagna del carciofo, in programma a marzo 2025. C’è speranza di un futuro, dunque. E i dipendenti sono disponibili a farsi carico di ulteriori sacrifici, purché ci sia una prospettiva di rinascita e ripartenza. “Un’opportunità che però deve essere concreta”, precisa Gabrio Toraldo, segretario della Flai Cgil di Brindisi. Nei prossimi giorni sarà aperto un tavolo di lavoro attorno al quale siederanno i sindacati, il Prefetto e l’Amministrazione comunale.

Lo stop della lavorazione dei pomodori, nei giorni che hanno preceduto Ferragosto, ha precipitato in uno stato di incertezza una delle storiche realtà economiche del tessuto produttivo locale. La Fratelli Ruggiero opera nel ramo dell’industria agroalimentare fin dal 1981, con la distribuzione di prodotti alle grandi multinazionali italiane e grazie a reti di vendita costituite in tutta Europa, in Giappone e negli Stati Uniti.  Ai 22 dipendenti fissi non sarebbe stato corrisposto lo stipendio dello scorso mese di luglio. Seguono la vicenda con grande attenzione anche lavoratrici e lavoratori stagionali, ovvero un bacino consistente di famiglie provenienti non solo da Mesagne ma anche da molti paesi vicini. Dopo l’incontro con i sindacati, i vertici societari avevano consultato un pool di avvocati esperti in crisi aziendali, mentre gli amministratori avevano comunicato di voler evitare il fallimento e di aver già trovato dei partner per la campagna di lavorazione dei carciofi.

La crisi sarebbe stata innescata da una serie di investimenti, non andati a buon fine, relativi all’acquisto di macchinari per la lavorazione dei pomodori, in un mercato instabile e poco prevedibile. Le prime perdite sarebbero riconducibili allo scorso anno, a queste si sarebbero sommate anche quelle di questo 2024, tanto da determinare lo stop per i dipendenti. “Abbiamo chiesto la convocazione del tavolo regionale di crisi al Sepac, un incontro con il prefetto di Brindisi, Luigi Carnevale, e il sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli – ricorda Toraldo – e abbiamo organizzato il presidio proprio per far sentire la voce dei lavoratori”. 

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