Mantova, nasce la Rete del lavoro agricolo di qualità, più strumenti per i controlli nelle aziende

Flai Cgil: “Finalmente la nostra richiesta è stata accolta, speriamo che arrivino presto risultati positivi, anche e soprattutto alla luce dei recenti gravissimi episodi di sfruttamento e caporalato nella nostra provincia”

In Prefettura la seduta di insediamento della Sezione territoriale della Rete del lavoro agricolo di qualità di Mantova, convocata congiuntamente dal direttore provinciale Inps Andrea Mario Bohuny e dal prefetto di Mantova  Gerlando Iorio, con il coinvolgimento della Direzione generale agricoltura e sovranità alimentare e foreste della Regione Lombardia, dell’Ispettorato territoriale del lavoro, della Direzione provinciale Inail, delle organizzazioni sindacali operanti nel comparto agricolo della provincia. La Rete del Lavoro Agricolo di Qualità è stata istituita presso l’Inps al fine di selezionare imprese agricole e altri soggetti indicati dalla normativa vigente che, su presentazione di apposita istanza, si sono distinte nel rispetto delle norme in materia di lavoro, legislazione sociale, imposte sui redditi e sul valore aggiunto. Per potersi iscrivere alla Rete, le realtà imprenditoriali, oltre ad essere immuni da pregiudizi di natura penale, dovranno essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi, devono applicare i contratti collettivi e non devono risultare controllate o collegate a soggetti che non siano in possesso dei requisiti di legge indicati.

“Finalmente la nostra richiesta è stata accolta – dichiarano Ivan Papazzoni e Marco Volta, Flai Cgil Mantova – ringraziamo Prefetto e direttore dell’Inps, auspichiamo che la Rete del lavoro agricolo di qualità possa presto dare risultati positivi, anche per i tanti, troppi episodi di sfruttamento e caporalato venuti alla luce nella nostra provincia. Avere una Rete del lavoro agricolo di qualità significa potenziare gli strumenti di contrasto allo sfruttamento, monitorare il mercato del lavoro e incentivare l’iscrizione delle aziende agricole alla Rete per favorire il rispetto dei diritti e la legalità nel settore agricolo”.

Intanto l’Inps, il comando dei carabinieri e l’Ispettorato del lavoro, nel quadro generale delle azioni adottate dal Ministero del Lavoro finalizzate al contrasto del caporalato, hanno effettuato un servizio congiunto di vigilanza straordinaria nelle province di Mantova, Modena, Latina, Caserta e Foggia. Sono state ispezionate 109 aziende agricole di cui 62 presentavano irregolarità (56,9%), mentre su 505 lavoratori controllati, 236 sono risultati irregolari (46,7%), di cui 3 minorenni e 136 cittadini extracomunitari. Con le ispezioni sono stati scoperti 64 lavoratori impiegati completamente “in nero”, di cui 23 stranieri sprovvisti di regolare permesso di soggiorno. All’esito dei controlli, spiega l’Inps, sono stati elevati 27 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale per un importo pari a 76.500 euro di cui 17 per lavoro “in nero”, 7 per gravi violazioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e 3 per entrambe le ipotesi. Ammende e sanzioni amministrative per un importo complessivo di  475.932 euro.

Articoli correlati

Cuneo, 50mila euro al bracciante sfruttato per sei anni nei campi

Sasia, Flai Cgil: “Il coraggio di denunciare lo sfruttamento paga”. Vayr: "Questa sentenza crea un precedente storico, specialmente dopo gli ultimi spaventosi fatti di...

Asti, i lavoratori Saclà approvano all’unanimità integrativo aziendale e premio di risultato

Flai Cgil: "Un importante traguardo, per niente scontato, che riconosce, anche a livello economico, il contributo degli addetti per la crescita continua di questa...

Ragusa, braccianti agricoli schiavizzati per raccogliere il pomodoro. Cari ristoratori, perché non ci dite dove comprate la merce?

Salvatore Terranova, Flai Cgil: “Alcune aziende mettono insieme fino a mille lavoratori e li utilizzano metà mese con contratti regolari e l’altra metà in...