Ravenna, rotta la trattativa per il rinnovo del contratto degli operai agricoli

Dopo un anno di negoziato lo stop, sindacati pronti alla mobilitazione: “Lavoratrici e lavoratori con le mani nel fango per aiutare le imprese dopo le alluvioni e in cambio una risposta salariale che non riconosce nemmeno il recupero della perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni, fortemente eroso dall’infiammata inflativa degli ultimi anni”

Dopo quasi un anno dall’apertura del negoziato tra Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil e Confagricoltura, Cia e Coldiretti durante la riunione plenaria si sono interrotte le trattative per il rinnovo del Cpl degli operai agricoli e florovivaisti della provincia di Ravenna, scaduto il 31 dicembre scorso che per il settore, rappresenta il primo livello di contrattazione.

La rottura del tavolo negoziale, spiegano i segretari generali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil della provincia di Ravenna, è avvenuta a seguito di risposte assolutamente insufficienti dalla parte datoriale, sul tema salariale. “Continuiamo ad assistere – dicono i segretari – ad una trattativa con proposte irricevibili con il solo fine di tardare il rinnovo di un contratto che, pur rappresentando un settore importante dal punto di vista economico e sociale per l’intero territorio e per il Paese, evidenzia ancora molte ombre sulla corretta applicazione e che necessita l’urgente costituzione, anche a Ravenna, della Sezione Territoriale della Rete del Lavoro agricolo di Qualità, nonché cabina di regia per rafforzare i contenuti della L 199/2016 contro lo sfruttamento lavorativo”.

Nei vari incontri, molteplici sono stati anche i tentativi di snaturare l’attuale modello contrattuale con proposte sia normative che salariali, totalmente in deroga a quanto stabilito sia nel Cpl stesso che nel Ccnl di settore che significherebbe un ulteriore impoverimento delle condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori agricoli, soprattutto verso le mansioni meno retribuite”.

I sindacati, ribadendo la centralità dell’aumento economico in questo rinnovo, hanno evidenziato che l’onesta richiesta d’aumento del 7%, contenuta nella piattaforma sindacale, in aggiunta al 3,5% da accordo unitario stabilito a livello nazionale, ha l’obiettivo di salvaguardare la crescita dei salari, recuperando, anche solo in parte, la perdita del potere di acquisto delle retribuzioni fortemente eroso dall’infiammata inflativa degli ultimi anni. Pertanto, la risposta datoriale, ferma al 5,5%, oltre che inadeguata, è inferiore a quanto stabilito dalle regole contrattuali.

“Le lavoratrici ed i lavoratori del settore agricolo che, oltretutto, sono stati sempre disponibili ad aiutare a ripristinare le aziende colpite dai danni delle alluvioni – dichiarano unitariamente i segretari generali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil provinciali, Roberto Cangini, Laura Mazzesi e Alessandro Mazza – hanno diritto, come successo nei rinnovi contrattuali degli altri settori dell’agroalimentare, di vedere riconosciuta la loro dignità, l’impegno e il valore della loro professionalità, sempre più preziose per un settore che, soprattutto nell’ultimo anno, evidenzia una difficoltà nel reperire manodopera ed una dispersione delle professionalità. Per i motivi espressi ed auspicando in una ripresa costruttiva del confronto, la delegazione trattante di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil definirà nei prossimi giorni le azioni di mobilitazione da mettere in campo”.

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