Reggio Emilia, dopo il rogo alla Cremonini prosegue il confronto sul futuro dei lavoratori

Resta aperto il tema del trattamento per i dipendenti che si stanno spostando nelle altre sedi del gruppo, a Castelvetro, Piacenza e Pegognana (nel mantovano). Nel frattempo Cgil, Cisl e Uil hanno scritto una lettera a Regione, Provincia e sindaco in cui si chiede di elaborare una strategia per il futuro

A dieci giorni dall’incendio che ha devastato gli stabilimenti produttivi reggiani di Inalca e Gescar, aziende del colosso della carne bovina Cremonini, i 196 lavoratori coinvolti nella produzione alimentare hanno ottenuto alcune risposte. Ma il confronto tra sindacato, azienda e istituzioni non si ferma.

Dopo l’intesa sulla cassa integrazione ordinaria e sul contributo di solidarietà per chi fruirà dell’ammortizzatore sociale a “zero ore”, resta aperta la questione dei dipendenti che si stanno spostando nelle altre sedi del gruppo Cremonini, a Castelvetro, Piacenza e Pegognana (nel mantovano), le cui condizioni di trattamento dovranno essere fissate nei prossimi giorni. «Su questo tema il dialogo con l’azienda è continuo e sta proseguendo anche in queste ore» ci dice Salvatore Coda, segretario generale Flai di Reggio Emilia. 

«Da parte della direzione aziendale c’è stata grande disponibilità al confronto – prosegue Coda -. Siamo riusciti a garantire ai lavoratori una continuità reddituale. Ora resta da capire cosa accadrà nei prossimi mesi. Abbiamo fatto impegnare la politica a mantenere gli attuali livelli di produzione a Reggio Emilia». 

Da Cgil, Cisl e Uil, infatti, è partita una lettera, indirizzata alla Regione, alla Provincia, al sindaco di Reggio Emilia e per conoscenza ai vertici delle aziende coinvolte dall’incendio in cui si chiedono garanzie per il presente e per il futuro. Nella missiva si chiede di costituire un tavolo istituzionale, per gestire nel modo migliore i problemi dei lavoratori e per elaborare una strategia per i mesi a venire, in cui si indichi come e dove mantenere lo stabilimento, evitando delocalizzazioni. 

Oltre alle 196 persone coinvolte nella produzione alimentare, sono circa 180 i lavoratori dei settori di logistica e trasporti colpiti dalle conseguenze del rogo. Anche loro attendono risposte, e non a caso la lettera alle istituzioni è stata condivisa sia dalla Flai Cgil che dalla Filt Cgil territoriali. 

La prima intesa raggiunta da sindacati e azienda risale a martedì, quando, dopo un incontro nella sede provinciale di Unindustria durato diverse ore, era arrivato l’accordo per l’estensione della cassa integrazione ordinaria fino al prossimo 9 maggio. Allo stesso tavolo, l’azienda aveva risposto positivamente alla richiesta di stanziare un fondo straordinario per erogare un “contributo di solidarietà” destinato a chi usufruirà della cassa “a zero ore”. Ossia quei lavoratori e lavoratrici che per questioni personali o familiari non possono allontanarsi quotidianamente da casa per essere impiegati negli altri siti produttivi del gruppo. Si tratta di un bonus di 150 euro per le prime 13 settimane di cassa, che diventano 200 in caso di prolungamento dell’ammortizzatore sociale. Infine, in quella occasione le parti sociali avevano stabilito di aprire un tavolo di confronto permanente per superare la crisi.

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