Un calcio al razzismo e allo sfruttamento. A Foggia la partita solidale della “Diritti in campo”

I volti sudati solcati da un sorriso, gli abbracci post partita, le risate per le performance un po’ imbranate dei tanti giocatori improvvisati. A Foggia stasera si è giocata una partita di pallone diversa dal solito, dove gli unici veri avversari sono razzismo, caporalato e sfruttamento. Una delegazione della Flai Cgil, allenata da Antonio Ligorio, segretario regionale Flai Puglia, ha sfidato un gruppo di lavoratori immigrati che vivono nel ghetto di Borgo Mezzanone. Il più popoloso insediamento informale in Italia, una baraccopoli abitata da migliaia di persone tra cui molti braccianti agricoli, spesso vittime di lavoro nero, povero o sfruttato.

All’interno dell’insediamento il sindacato ha da tempo un proprio presidio, in cui i lavoratori vengono ascoltati e sostenuti nella lotta per i loro diritti. Ma costruire una vera integrazione passa anche per serate come questa, dove lo sport diventa un pretesto per conoscersi e rinsaldare legami. In campo ogni differenza passa in secondo piano. E ogni gol è un gol contro le discriminazioni.

«Una delegazione di compagni della Flai Cgil arrivati da tutto il Paese è a Foggia per fare “sindacato di strada” nell’ambito del progetto “Diritti in campo” – dichiara Giovanni Mininni, segretario generale della Flai Cgil -. Ogni giorno, a partire dall’alba, andiamo nei campi a parlare con i lavoratori agricoli, per verificare le loro condizioni di lavoro e informarli dei propri diritti, senza aspettare che siano loro a cercarci. Siamo stati nell’Agro Pontino e saremo nel veronese a settembre. Il nostro impegno è continuo e va oltre le attività di tutela sindacale, perché la solidarietà si consolida anche in momenti come questi, rincorrendo insieme un pallone».

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