A Latina 18 aziende agricole su 29 irregolari, altro che ‘episodi’

Morea, Flai Cgil Roma e Lazio: “Dai controlli la fotografia di quello sfruttamento e caporalato che denunciamo da sempre”

Diciotto aziende irregolari nella provincia di Latina su 29 controllate, oltre il 60%, più di una su due. Sfruttamento e caporalato non sono ‘fenomeni episodici’, come li ha recentemente definiti il ministro Marina Elvira Calderone, alla quale ha già risposto il segretario generale della Flai Cgil. “I controlli sono circa tremila l’anno, praticamente niente – chiarisce Giovanni Mininni – L’obiettivo delle nostre denunce non è far chiudere le imprese, ma tutelare quelle che rispettano le leggi e i contratti”. 

“I dati relativi all’ultimo trimestre, che emergono dai controlli dei i carabinieri del comando provinciale di Latina su prevenzione e contrasto del fenomeno del caporalato, condotti insieme all’Ispettorato territoriale del lavoro di Latina – osserva il segretario generale Flai Cgil Roma e Lazio – ci consegnano la foto di quello sfruttamento lavorativo, soprattutto ai danni di lavoratori stranieri, che si consuma quotidianamente nelle campagne dell’Agro Pontino e contro cui la Flai combatte da anni. Il numero delle aziende controllate, 29, porta a riscontrare irregolarità su ben 18 di esse, oltre il 60%, su una cifra di controlli sicuramente significativa ma non elevatissima”. 

“Tra i 130 lavoratori extracomunitari controllati – spiega Morea – 18 sono risultati privi di una regolare assunzione. Cosa dobbiamo ancora aggiungere? Caporalato, sfruttamento, condizioni abitative indecenti sono l’esito dei controlli e la sostanza delle nostre tante denunce sul territorio. Ma è necessario sottolineare come il territorio dell’Agro Pontino sia al contempo terra di eccellenze e terra di sfruttamento, un binomio che non dovrebbe coesistere. Le capacità produttive delle aziende sono ampiamente dimostrate anche dalla erogazione dei fondi legati alla Pac, e tra le aziende ispezionate e irregolari ben 5 erano destinatarie dei fondi Ue, circostanza incompatibile con il principio della condizionalità sociale che regola quei fondi”.  

“I controlli su questo territorio, che seguitiamo ad auspicare, vorremmo che fossero in grado di bloccare e prevenire quelle distorsioni di un sistema, che non sono episodiche, bensì strutturali. Già tra luglio e agosto, la triste vicenda di Satnam, portò a numeri importanti di assunzioni, un grande momento di emersione del lavoro nero, che ha dimostrato inequivocabilmente la reale presenza e necessità di manodopera in quell’area”. 

“Quindi – conclude il segretario generale Flai Cgil Roma e Lazio – bene i controlli, che comunque rappresentano un ‘campione’  di quello che realmente c’è, ma è necessario prevenire, chiedendo l’applicazione delle buone leggi che esistono e la modifica di quei provvedimenti, come il Decreto Flussi, che nel caso di lavoratori stranieri, creano sin dai paesi di origine una catena di intermediazione illecita da prima del clik day fino all’arrivo in Italia, dove scompare l’intermediario, i soldi e l’azienda che aveva fatto richiesta di manodopera”.

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