Bracciante morto a Latina, Flai Cgil: “Giustizia per Satnam, saremo nei campi per difendere il lavoro”

Era in corso, a Borgo Hermada, nel cuore dell’Agro Pontino, la conferenza stampa di lancio della campagna nazionale della Flai Cgil ‘Diritti in campo’ – che si svolgerà nei prossimi mesi partendo proprio da Latina, lunedì 24 giugno – quando è arrivata la drammatica notizia prima dell’aggravarsi delle condizioni e poi della morte di Satnam Singh, il bracciante indiano ferito e abbandonato sulla strada con un arto amputato lunedì scorso. “Una notizia che fino all’ultimo speravamo non giungesse – dichiara Silvia Guaraldi, segretaria nazionale della Flai Cgil, presente alla conferenza stampa – una morte assurda, maturata in un contesto abominevole di sfruttamento e totale mancanza di umanità e rispetto per la vita. Innanzitutto ci stringiamo alla moglie, ancora sotto shock per quanto avvenuto, e chiediamo sia fatta giustizia per questo orrore intollerabile. Con ancor più convinzione partiremo con la campagne ‘Diritti in Campo’, con le nostre ‘Brigate del Lavoro’ pronte a presidiare il territorio e dare sostegno e voce ai tanti, troppi lavoratori, alle tante, troppe lavoratrici che si spezzano la schiena per portare il cibo sulle tavole degli italiani senza aver in cambio neppure il rispetto della loro dignità. Nelle prossime ore definiremo una mobilitazione a sostegno della tutela dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici dei campi affinché orrori come questi non si ripetano mai più. Come Flai Cgil da oltre 15 anni siamo in prima linea nel contrasto del caporalato, spesso inascoltati, derisi o addirittura tacciati di catastrofismo. Continueremo la nostra lotta per la dignità del lavoro e contro lo sfruttamento affinché la piaga del caporalato venga debellata”.

“Satnam Singh, il giovane lavoratore indiano barbaramente abbandonato in strada con un braccio staccato, è morto – scrivono in una nota la Flai Cgil Frosinone Latina e Roma e Lazio – Da qualche ora l’ospedale ci aveva contattato per portare la moglie di Satnam a salutare il marito, proprio poiché la situazione stava precipitando. Abbiamo atteso che la signora fosse informata prima di diffondere la notizia, nella speranza di tutelare la salute della giovane donna, testimone di tutta l’atrocità che si è consumata. Quello che è successo è di una gravità e crudeltà inaudita. Questo però, lo ripetiamo, è il frutto di una condizione di sfruttamento che caratterizza troppi pezzi del nostro territorio e del settore agricolo. In questo momento terribile siamo vicini alla moglie di Satnam, ai compagni di lavoro, a chi ha provato a fare di tutto per salvarlo. Siamo vicini, come ogni giorno alla comunità indiana, ai suoi lavoratori impegnati nei campi, a loro diciamo che possono rivolgersi a noi. Saremo insieme nei campi e nelle piazze per gridare il nostro dolore, la nostra rabbia ma soprattutto la forza della nostra lotta per cambiare le condizioni esistenti, per denunciare e dire basta alla barbarie dello sfruttamento e alle sue conseguenze che annullano ogni regola di civiltà e umanità”.

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