Caserta, si iscrive alla Flai Cgil e viene licenziato

Presidio di solidarietà di fronte al Caseificio La Contadina di Gazzanise. Della Corte, segretario generale Flai Caserta: “Un atto illegittimo contro l’organizzazione dei lavoratori. Oltre all’impugnazione del provvedimento, abbiamo avviato una denuncia formale per atteggiamento antisindacale”

Un operaio licenziato subito dopo essersi iscritto al sindacato: è la denuncia della Flai Cgil, lanciata dal suo segretario Tammaro Della Corte. Il lavoratore era impiegato presso il caseificio La Contadina di Grazzanise, nel casertano. Da giorni è in corso una mobilitazione, fuori dallo stabilimento il sindacato dell’agroindustrai della Cgil ha anche organizzato un presidio di solidarietà con lavoratrici e lavoratori.

“Il giovane addetto – spiega Della Corte – dopo essersi iscritto alla Flai Cgil ha ricevuto immediatamente una lettera di licenziamento, senza alcuna motivazione. Solo successivamente sarebbero arrivate le contestazioni, nel tentativo pasticciato di ‘normalizzare’ il licenziamento, che a nostro avviso è chiaramente illegittimo. La coincidenza temporale tra l’adesione al sindacato e il provvedimento disciplinare lascia pochi dubbi sul reale intento dell’azienda. Per questo motivo – aggiunge il segretario della Flai Cgil di Caserta – oltre all’impugnazione del licenziamento, abbiamo avviato una denuncia formale per condotta antisindacale, con l’obiettivo di portare alla luce una gestione aziendale che rifiuta il dialogo e preferisce imporsi con atti di forza”. La prima udienza è fissata per il 9 gennaio.

L’azione del sindacato non si limiterà solo alle aule giudiziarie. “Intendiamo portare avanti – sottolinea Della Corte – una campagna di sensibilizzazione per coinvolgere l’opinione pubblica e tenere alta l’attenzione su questa vicenda, che rappresenta un chiaro esempio di abuso di potere da parte di un’azienda. È fondamentale far capire alla gente, che episodi come questi non riguardano solo il singolo lavoratore, ma minano i diritti collettivi conquistati con anni di lotte sindacali”, conclude il sindacalista.

Mentre dall’azienda ancora si attendono repliche, la vicenda ha suscitato reazioni della politica. L’ex segretaria della Cgil, ora senatrice dem, Susanna Camusso, nel richiedere un chiarimento urgente, attacca: “Tale provvedimento non solo violerebbe il diritto fondamentale alla libertà sindacale, ma comprometterebbe anche il rispetto dei principi democratici e delle garanzie costituzionali a tutela dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici”. Per Francesco Mari, capogruppo di Alleanza verdi sinistra nella commissione Lavoro a Montecitorio, quanto accaduto sarebbe “il prodotto dell’odio seminato contro il sindacato che difende i lavoratori”. “Il risultato di questo odio – aggiunge Mari – sono datori di lavoro che credono di poter fare quello che gli pare perché questa è la direzione in cui soffia il vento”, conclude il parlamentare.

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