STOP GENOCIDIO

«Solo di convegni un sindacato muore». L’impegno della Flai per il popolo palestinese

«La nostra collaborazione con Un ponte per andrà rafforzata, e lo faremo contaminando tutta l’organizzazione, con un nuovo progetto a sostegno dei pescatori di Gaza» dichiara il segretario generale Giovanni Mininni durante il dibattito che ha aperto la seconda giornata del Festival Tammorre & Zampogne, al Fondo Nappo di Scafati

Le bandiere, tornano le bandiere. Simboli di appartenenza, veicoli di pace, messaggi di speranza. La speranza che ha Sharif Hamad, un amico della Flai, uno dei rappresentanti dell’associazione con cui il sindacato rinnova il suo impegno per la Palestina, oggi voce insieme ad altri nel dibattito che ha aperto la seconda giornata del terzo Festival delle Tammorre e delle Zampogne, nel presidio di lavoro e legalità che è meravigliosamente il Fondo Nappo di Scafati, animato dall’instancabile lavoro di Giuseppe Carotenuto (e non solo). «Un posto meraviglioso, in cui ci si sente a casa. Da palestinese, dico che voglio tornare qui e trovare tutte le bandiere del mondo nel giorno in cui finalmente potremo festeggiare la liberazione della Palestina».

FESTA DI LIBERAZIONE
«Chiariamo subito: questo massacro è un genocidio che ci vede tutti testimoni, ma non ci deve vedere inermi»: è il primo basilare concetto, quasi una premessa, venuto fuori dal dibattito moderato dal giornalista di Fanpage Antonio Musella. “Dignità e resistenza”, le parole scelte come titolo. «La resistenza di un popolo che non ha via di scampo, deve nascondersi quando arriva un bombardamento dell’Idf, perché a Gaza non c’è più riparo, non c’è più niente», ricorda un compagno della Cgil Campania.

«Sono qui a parlare – ricorda Sharif Hamad -, perché al momento ho solo questo strumento per denunciare quello che sta accadendo, per dire a noi, voi, al mondo che bisogna fermare questo genocidio. Non possiamo accettare l’idea che due milioni e trecento mila gazawi siano spariti, così. Cancellati. Sappiamo che siamo soli nel mondo. È anche per questo che apprezziamo la solidarietà e la collaborazione di organizzazioni come la Flai, vi sentiamo davvero come nostri compagni. Ho trovato in voi la stessa voglia di ricostruire che abbiamo noi. Oggi i bambini palestinesi vengono spezzati via come carte. E i libri vengono bruciati per fare il fuoco per il pane. Aspettiamo e invochiamo la nostra liberazione».

AIUTI E CALORE
C’è tanto dolore nelle testimonianze, nei video che vengono proiettati. Le notizie di nuove azioni militari, nuovi massacri si rincorrono quotidianamente, ancora una volta. La tregua, è una parola cancellata. Issam Alshalan, compagno iracheno, prova a guardare avanti, «facciamoci comunità, possiamo fare tanto, continuiamo a costruire insieme la pace». Martina Pignatti mette in fila gli effetti preziosi della collaborazione tra Flai Cgil e Un ponte per, «con il vostro aiuto – racconta – abbiamo raggiunto 50mila persone, con acqua potabile, cibo, tende che hanno resistito alle intemperie, tante famiglie sono rimaste all’asciutto grazie a voi».

IMPEGNO CONCRETO
Giovanni Mininni è toccato dalle parole e dalle immagini proiettate. «Parlo con il cuore, sono emozionato, e penso di poter parlare a nome di tutta la Flai. Le persone presenti hanno scelto di essere qui, abbiamo consentito anche a chi è dovuto partire di poter assistere a questo dibattito in streaming». L’impegno della Flai con Un ponte per, annuncia Mininni, «andrà rafforzato, e lo faremo contaminando tutta l’organizzazione, con un nuovo progetto a sostegno dei pescatori di Gaza, per ricostruire le loro barche distrutte dai droni israeliani, dopo il nostro contributo alla campagna “Acqua per Gaza”».

Non è banale né casuale la scelta del luogo che ha ospitato questo dibattito, e quello di ieri sui cinque referendum. «Ha un senso: il Fondo Nappo è un territorio liberato, un luogo coerente con le cose di cui abbiamo discusso». Poi, l’impegno ad agire concretamente. «Solamente di convegni un’organizzazione muore. Noi speriamo che un giorno le nostre Brigate del lavoro possano salire a bordo di Mediterranea, e possano andare a Gaza a ricostruire le terre. Il sindacato deve essere una cosa concreta, dobbiamo agire nella fratellanza tra i popoli e nella solidarietà tra lavoratori».

📺 La diretta dell’incontro

📺 Ali Awad Al-Amoudi, pescatore di Gaza, racconta le proprie condizioni di vita e di lavoro e Giulia Torrini, presidente di un Ponte per, presenta il progetto “Acqua per Gaza”

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