Latina, grave un bracciante, amputata una gamba. Flai: Ancora un incidente nell’Agro Pontino, siamo allarmati

Il lavoratore ha sviluppato una grave necrosi agli arti causata da una probabile intossicazione da prodotti chimici. Flai Cgil Roma Lazio: «Anche stavolta la prevenzione è mancata» 

Un lavoratore agricolo indiano di 46 anni è ricoverato da circa due settimane in condizioni critiche all’ospedale Goretti di Latina, nel reparto di Terapia intensiva coronarica, per le conseguenze di quella che pare essere un’intossicazione legata ad un contatto prolungato con prodotti chimici. L’uomo ha sviluppato una grave necrosi agli arti e si è resa necessaria l’amputazione di una gamba.

Il quarantaseienne è arrivato nel nosocomio pontino per una grave cardiopatia, ma durante gli accertamenti è emerso che gli arti inferiori, un braccio, il naso e la milza erano interessati da una vasculite autoimmune, provocata probabilmente dalla reazione del sistema immunitario all’esposizione a pesticidi o diserbanti senza le dovute precauzioni previste per legge, sembrerebbe – si apprende dall’Ansa – per addirittura tre giorni.

Il quarantaseienne ha perso una gamba, i medici stanno tentando di salvare gli altri arti. Sulla vicenda indagano adesso carabinieri, polizia e guardia di finanza. Si cerca di risalire all’azienda agricola per cui ha lavorato lo straniero, che non parla italiano. Informati anche i servizi sociali per rintracciare la famiglia di origine.

La vicenda non può che riportare alla mente l’omicidio di Satnam Singh nel giugno scorso, il bracciante indiano 31enne scaricato agonizzante davanti casa senza un braccio, dopo un incidente sul lavoro. Una vicenda-simbolo che ha posto con forza il problema del caporalato e dello sfruttamento del lavoro nei campi dell’Agro Pontino.

«Ancora un lavoratore agricolo straniero in gravi condizioni per un infortunio riconducibile a motivi di lavoro, come l’esposizione a sostanze nocive. Ancora nell’Agro Pontino – denuncia in una nota la Flai Cgil Roma e Lazio -. Siamo allarmati poiché anche in questo caso all’origine di quanto accaduto ci sono mancanza di formazione, errata applicazione dei contratti anche in tema di salute e sicurezza, poca chiarezza sulla dinamica dei fatti che stanno portando conseguenze gravissime per il lavoratore». 

«Nostri studi e denunce hanno portato all’attenzione delle conseguenze a breve, medio e lungo termine dell’esposizione a sostanze concimanti e fertilizzanti, non utilizzate secondo le giuste procedure e con adeguati dispositivi di protezione – prosegue la nota -. Tutto ciò riguarda il lavoro, la sua qualità, la condizione di chi lavora che dovrebbe essere libero da ricatti e in grado di far valere i propri diritti. Anche in questo caso si poteva fare di più per prevenire, cioè modificare strutturalmente il mercato del lavoro in agricoltura sul territorio». 

*** Articolo aggiornato giovedì 13 febbraio ***

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