Mininni: “Continueremo a organizzare i lavoratori di Borgo Mezzanone, di fronte a una realtà indegna di un paese civile”

L’ex pista aeroportuale di Borgo Mezzanone, nel foggiano, resta un distesa di baracche sgarrupate, assemblate con materiali di fortuna, sempre a rischio di incendio. Per il caldo e il vento in estate, basta un mozzicone di sigaretta, per i bracieri accesi d’inverno, unica fonte di calore per non morire di freddo. All’indomani dell’ennesimo rogo, che solo per un caso fortuito non ha fatto vittime ma distrutto otto baracche, è arrivato il segretario generale della Flai Cgil, Giovanni Mininni. “A cinque mesi dall’incontro che abbiamo avuto in Prefettura dopo la manifestazione e il presidio con gli operai agricoli costretti a vivere nel ghetto – denuncia – la situazione è ancora bloccata. Sono stati assegnati alcuni container, un paio di centinaia di persone sono ormai nella zona Cara, ma tutto il resto rimane come prima”. “Le assegnazioni si sono interrotte – sottolinea Mininni – sembrano essersi fermate definitivamente. Anche gli altri servizi concordati con le autorità, come la fornitura di acqua potabile in maniere continuativa, si stanno diradando. L’acqua arriva a giorni alterni, una due volte a settimane. Siamo scoraggiati, davanti all’ennesima dimostrazione che in questo territorio manca lo Stato, il presidio dello Stato. E anche quando delle istituzioni importanti, autorevoli come la Prefettura sottoscrivono degli impegni, poi questi si perdono nelle tante altre attività quotidiane”. Davanti a un ghetto che resta immutabile nonostante le promesse, il segretario generale della Flai ricorda che qui “ci sono ancora migliaia di persone, di esseri umani che hanno diritto alla dignità. Sono lavoratori che contribuiscono all’innalzamento del nostro Pil, della nostra ricchezza, oltre a fornirci i beni alimentari e il cibo che mettiamo sulle nostre tavole. Questa situazione ci indigna, continueremo a organizzare questi lavoratori perché possano alzare le loro grida di protesta di fronte a una situazione indecente, indegna per un un paese civile, che si vuole chiamare civile ma che umilia gli esseri umani semplicemente perché vengono da un’altra parte di mondo”. “Con le prospettive di una denatalità galoppante in Italia – conclude Mininni – questi ragazzi dovrebbero essere subito integrati nel nostro sistema produttivo. La litania che spesso fa questo governo, ma che hanno fatto anche altri governi, è che manca personale nel mondo del lavoro. Questa ci sembra l’ennesima grande contraddizione di un paese che diventa sempre più insostenibile, insopportabile da vivere”. 

Articoli correlati

Siamo uomini o caporali? Stop a un sistema che sfrutta e uccide

Un caporale non è un uomo, perché la pietà gli è rimasta in tasca. Per soldi chiude gli occhi alle pur minime esigenze dei...

Caporalato, il 6 luglio manifestazione nazionale a Latina

Il 6 luglio la Cgil, assieme alle associazioni della società civile, sarà nuovamente in piazza a Latina per una grande manifestazione nazionale contro il...

Sfruttamento e caporalato, Mininni al governo: “Le leggi ci sono, applichiamole”

“Gli annunci che abbiamo ascoltato, anche in passato, quando sono accadute tragedie come quella di Satnam Singh, di interventi risolutivi su questa autentica piaga...