“Non c’è pace senza giustizia sociale”. A Caserta il convegno di Flai e Cgil

Mininni: “Per difendere le persone più vulnerabili, che hanno un lavoro povero o insicuro, da domani, 25 aprile, cominciamo a raccogliere le firme per quattro referendum che la Cgil ha messo in campo per liberarci da sfruttamento e precarietà”

“Gli operai dell’industria alimentare, a cui abbiamo da poco rinnovato il contratto collettivo facendo salti mortali, e pure i lavoratori agricoli stanno vivendo sulla propria pelle un terribile peggioramento delle proprie condizioni materiali di vita, generato non dal destino cinico e baro, ma dalle guerre scoppiate nel mondo e dal conseguente aumento dell’incertezza internazionale”.

Il segretario generale Giovanni Mininni, durante le sue conclusioni al convegno “Praticare la pace per la giustizia sociale”, inquadra bene il tema dell’incontro organizzato da Flai Caserta e Cgil Caserta nel capoluogo campano: battersi per la risoluzione dei conflitti in atto significa non solo impegnarsi per evitare massacri ma anche difendere i diritti delle classi subalterne.

“A causa dell’inflazione dovuta anche alla guerra in Ucraina, lavoratori e lavoratrici in Italia hanno perso il 17% del potere d’acquisto”, chiarisce Mininni.

Una guerra che “non è iniziata nel 2022 – aggiunge il segretario generale Flai Caserta Tammaro Della Corte – ma è nata dopo il ‘golpe’ avvenuto a Kiev nel 2014’”. “Ed è preoccupante l’istituzionalizzazione del neonazismo che ha operato il governo ucraino – puntualizza -. Anche per questo, dobbiamo comprendere che non siamo di fronte ad una guerra tra il bene e il male”.  Nel frattempo, dice ancora Della Corte, “in Palestina l’Occidente ha perso ogni minima credibilità che gli era rimasta”.

“Rispetto alla guerra a Gaza, stiamo vivendo una situazione orribile e assurda, ci si divide quotidianamente sul tema ‘genocidio sì, genocidio no’, ma intanto le persone muoiono ogni giorno nella Striscia, si continua a venire massacrati, mentre noi ci interroghiamo sulle parole – spiega nel suo intervento commosso Jamal Qaddorah, responsabile politiche internazionali della Cgil Campania -. In questo contesto, Flai e Cgil hanno scelto invece di dare un aiuto concreto a Gaza, fornendo aiuti umanitari.”

“Esiste un diritto internazionale, e Israele lo viola da decenni. Il governo israeliano ha frenato l’ingresso dei generi di prima necessità nella Striscia, continua ad uccidere civili, e abbiamo persino assistito all’esecuzione di operatori umanitari”, spiega al microfono Sara Borrillo, docente di Storia dei paesi islamici all’Università di Napoli l’Orientale. “Intanto gli spazi di dissenso nei Paesi occidentali si restringono, nelle università italiane gli studenti che provano a ribadire che non bisogna militarizzare la produzione di sapere, ad esempio rompendo gli accordi degli atenei con le aziende che producono armamenti come Leonardo, vengono manganellati”. Così come “gli studenti della Columbia university negli Usa sono stati arrestati a centinaia mentre manifestavano contro il genocidio in atto a Gaza”.

Che fare, dunque, per opporci a queste guerre e al neoliberismo che le alimenta? “Non siamo impotenti”, spiega dal palco Mininni. “Dobbiamo innanzitutto riempire la piazza del 25 maggio a Napoli chiamata insieme alla rete ‘La via maestra’ per un’idea alternativa di Paese e di società – prosegue – e poi creare reti di controinformazione, e produrre conoscenza attraverso eventi come questi”. Inoltre, “per difendere le persone che hanno bisogno, che hanno un lavoro povero o insicuro, da domani, 25 aprile, giorno in cui l’Italia si è liberata dalla dittatura nazifascista, cominciamo a raccogliere le firme per quattro referendum che la Cgil ha messo in campo per liberarci da sfruttamento e precarietà. Da questa iniziativa può partire una riscossa. Ma dobbiamo prima raccogliere le firme e poi portare milioni di cittadini italiani a votare. Che sia dunque un 25 aprile di ripartenza, di riscatto, di giustizia sociale”.

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