PAC. Mininni, condizionalità sociale grande vittoria sindacale ma bilancio nuova Pac presenta ancora aspetti insoddisfacenti

Per la prima volta nella storia, le istituzioni europee si sono accordate su una riforma della PAC che tiene conto delle condizioni di milioni di lavoratori agricoli in Europa.

Nel commentare l’esito delle decisioni assunte sulla Pac dal Consiglio Europeo dei Ministri dell’Agricoltura, oggi 28 Giugno, Giovanni Mininni, Segretario Generale della Flai Cgil, ha dichiarato: “L’accordo di oggi sulla PAC è una grande notizia per tutti i lavoratori agricoli in Europa. Quello che sembrava essere una mera speranza pochi mesi fa, oggi è diventata realtà: i soldi pubblici della Pac si erogheranno alle aziende che, se non rispettano contratti collettivi e le normative sul lavoro, dovranno restituirli e saranno sanzionate. Non è esattamente ciò che chiedevamo ma non possiamo non apprezzare l’importante risultato che abbiamo ottenuto”.

A seguito della battaglia, che da anni conduciamo come sindacati italiani e grazie all’impegno e mobilitazione dell’Effat è stato finalmente possibile ottenere una PAC che aiuterà a contrastare la violazione dei diritti dei lavoratori.

La Flai si rammarica, però, di constatare che, a causa dell’opposizione del Consiglio dei Primi Ministri Europei, gli Stati membri inizieranno l’attuazione della condizionalità sociale volontariamente dal 2023 e obbligatoriamente dal gennaio 2025.

“Adesso dovremo lavorare intensamente – continua Mininni – perché, a partire dal Governo Italiano, ed insieme ad Effat il processo di attuazione della condizionalità sociale, in ogni singolo Stato membro, diventi applicabile ovunque nel 2023”.

Insieme all’inclusione cruciale di un meccanismo di condizionalità sociale, altri importanti elementi sociali sono ora parte dell’accordo: I servizi di consulenza agricola dovranno fornire informazioni agli agricoltori sulle condizioni di lavoro e sulle informazioni da garantire ai lavoratori. Gli Stati membri avranno anche l’opportunità di promuovere il miglioramento delle condizioni di lavoro e di occupazione come parte dei loro interventi settoriali.

“Per quanto riguarda l’architettura verde della PAC – continua Giovanni Mininni – la FLAI esprime forti perplessità per l’assenza di un legame tra la PAC e gli ambiziosi obiettivi ambientali del Green Deal, delle strategie Farm to fork e Biodiversità. Il risultato finale riflette per lo più la posizione del Consiglio Europeo che continua a favorire una agricoltura industriale inquinante e la monocoltura a scapito dell’Agro-biodiversità”.

“Potrebbe trattarsi di una occasione persa per realizzare una reale transizione verso un sistema alimentare sostenibile”, conclude Mininni.

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