Pesca, Mininni: “Accettiamo la sfida, salviamo il lavoro e l’ambiente. Si può fare, tutti insieme” 

Si può armonizzare la necessaria transizione energetico-ambientale con il mestiere più antico del mondo, quello della pesca? Si discute di questo al centro congressi di via Cavour complice la presentazione di una nuova ricerca della Flai Cgil, che affronta proprio l’importante tematica: ‘Sostenibilità energetica e sostenibilità sociale ed economica della pesca’. Un confronto a tutto campo con ricercatori scientifici (il biologo marino Franco Andaloro), associazioni datoriali (Federpesca, Agci-Agritral, Confcoperative Federagripesca, Legacoop Agroalimentare, Consorzio Mediterraneo Scarl), l’associazione delle energie rinnovabili offshore Aero, istituzioni (Francesco Abate, direzione generale della pesca marittima e dell’acquacoltura del Ministero) e naturalmente il sindacato, con Antonio Pucillo, capo dipartimento pesca che illustra un lavoro che va avanti da anni per armonizzare l’esistenza di parchi eolici marini con il quotidiano sempre più faticoso lavoro dei pescatori. “Il principio di un’efficace e ‘giusta’ transizione ecologica non può non riguardare un’organizzazione sindacale”, osserva il segretario generale della Flai Cgil, Giovanni Mininni. “La questione non è se le energie rinnovabili siano necessarie o meno, è evidente che dobbiamo andare a ridurre significativamente fino ad azzerare l’utilizzo di fonti fossili, pena la sopravvivenza della specie umana sul pianeta. Se però ci fermiamo a questo assunto, sacrifichiamo un mestiere antichissimo, che fa parte della storia e della cultura dei popoli del mondo, compreso il nostro. Può sembrare una contraddizione, il percorso che abbiamo davanti è faticoso, non è facile conciliare esigenze diverse e potenzialmente confliggenti. Eppure ci siamo imbarcati da tempo in questa avventura e non abbiamo nessuna intenzione di tornare a terra. Vogliamo salvare sia l’ambiente che la pesca. Per questo siamo qui oggi tutti insieme, con l’obbiettivo di concertare tutte le iniziative utili, e necessarie perché nessuno resti indietro”. “Non dobbiamo dimenticare che la pesca soffre, da sempre, di una esagerata marginalità – aggiunge Mininni – gli addetti del settore lavorano tanto in condizioni non facili per guadagnare poco o nulla, non hanno ammortizzatori sociali, e sono privi perfino di adeguate tutele sula sicurezza sul lavoro. In queste condizioni va da sé che la pesca non sia attrattiva per le nuove generazioni e sempre più insostenibile per le vecchie”. Anche guardando all’Europa, fra gli interventi quello di Andrea Albertazzi, European Transport Workers’ Federation, la Flai lancia una mobilitazione per salvare la pesca.  




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