Federbraccianti con la resistenza cilena

50 anni fa il golpe per rovesciare e distruggere il governo e il progetto politico di Salvador Allende

Cinquant’anni fa, l’11 settembre del 1973, le forze armate cilene guidate dal generale Augusto Pinochet mettevano in atto il piano del golpe, rovesciando e distruggendo il governo e il progetto politico di Salvador Allende.

Il Comitato Centrale della Federbraccianti, che si riunirà qualche giorno dopo il golpe, si schiererà con la resistenza cilena, invitando militanti e iscritti, lavoratrici e lavoratori, ad un’azione concreta di sostegno politico.

“Le forze della reazione economica, sociale e politica – con il golpe dei militari ispirato dall’imperialismo USA e sostenuto all’interno dai gruppi della DC cilena – stanno gettando il popolo cileno in un’immane tragedia, per soffocare ed annegare nel sangue di una violenza repressiva inaudita, il processo di avanzate trasformazioni avviato con il governo di Unità Popolare del Presidente Allende.

Di fronte a tale sconvolgente avvenimento – il C.C. della Federbraccianti, mentre raccoglie commosso il pensiero sulla tragica e gloriosa fine del Presidente Allende, sulla sorte di migliaia di lavoratori che cadono combattendo e sulla figura di un grande combattente per la libertà, il poeta Pablo Neruda, si fa interprete del moto di profondo orrore e di totale condanna che il golpe suscita tra i lavoratori delle campagne italiane; richiama i militanti ed i lavoratori agricoli tutti a sviluppare, con grande slancio solidale, un’operante e concreta azione di sostegno politico e materiale alla Resistenza cilena che continua e si riorganizza in quel paese e fuori di esso, nel quadro delle iniziative promosse dal movimento sindacale e democratico italiano; invita il Governo italiano a negare la legittimità, e quindi il riconoscimento, al governo golpista, perché esso incarna – di fronte alla coscienza di tutti i lavoratori italiani – una volontà di restaurazione fascista che vuole liquidare proprio quelle conquiste di libertà e di democrazia per riconquistare le quali le masse popolari del nostro Paese vissero e soffersero la storica esperienza della Resistenza ai nazi-fascisti”.

Un estratto dell’ultimo discorso alla radio di Allende:

“È possibile che ci annientino, ma il domani apparterrà al popolo, apparterrà ai lavoratori. L’umanità avanza verso la conquista di una vita migliore. […] Lavoratori della mia Patria, ho fede nel Cile e nel suo destino. Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi. Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l’uomo libero, per costruire una società migliore. […] Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori! Queste sono le mie ultime parole e ho la certezza che il mio sacrificio non sarà vano, ho la certezza che, per lo meno, ci sarà una lezione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia e il tradimento”.

Valeria Cappucci

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