Licenziati per aver scioperato. Il giudice ordina il reintegro

“Questa sentenza crea un precedente e mette in guardia i datori di lavoro dal mancato rispetto dei contratti collettivi nazionali di riferimento” dichiara la Flai Cgil Campania e Napoli

Erano stati licenziati per aver scioperato contro il mancato riconoscimento del contratto integrativo. Ma per il giudice di secondo grado quei licenziamenti sono illegittimi, perché adottati come ritorsione alla protesta. E così, per i lavoratori, scatta il reintegro.

Protagonisti di questa vicenda sono cinque dipendenti della Catone Trasporti, iscritti alla Flai Cgil e assistiti dall’avvocato Raffaele Ferrara. La sentenza del giudice della sezione Lavoro della Corte d’Appello di Napoli ha ribaltato il precedente pronunciamento in primo grado del Tribunale di Napoli Nord.

La storia comincia col licenziamento “per giusta causa” notificato il 24 marzo 2022, “per aver svolto un turno diverso da quello disposto” dal datore di lavoro “dopo due sanzioni conservative già irrogate per la medesima condotta”. I lavoratori dunque chiedono aiuto alla Cgil che impugna il provvedimento dinanzi al tribunale di Napoli Nord sostenendo che, con un accordo sindacale del 22 dicembre 2018 con la Unilever Italia Manufacturing srl – azienda in cui i cinque lavoravano, poi rilevata da Catone Trasporti srl – si era stabilito che, in deroga a quanto previsto dal contratto collettivo nazionale di categoria, l’orario di lavoro venisse distribuito su 21 turni, con ciclo della durata di 9 settimane con corresponsione di un’indennità.

Nonostante la scadenza dell’accordo al 31 dicembre 2021, il contratto nazionale dell’Industria alimentare, sottoscritto il 31 luglio 2020, disponeva la proroga di tutti i contratti di secondo livello ancora in essere, cosicché l’accordo sottoscritto precedentemente restasse ancora valido. Tuttavia, nonostante la proroga, la Catone Trasporti a partire dall’inizio del 2022 ha più volte cambiato i turni di lavoro senza riconoscere l’indennità contrattualmente stabilita. Di qui la protesta dei lavoratori e della Flai Cgil che ha poi portato al licenziamento, revocato con questa sentenza che, definendolo “illegittimo”, ha disposto il reintegro dei cinque lavoratori nelle stesse mansioni, condannando l’azienda al pagamento di dodici mensilità ciascuno, a titolo di risarcimento.

“Questa sentenza – dichiara la Flai Cgil Campania e Napoli a Collettiva – crea un precedente e mette in guardia i datori di lavoro dal mancato rispetto dei contratti collettivi nazionali di riferimento, che devono essere sempre applicati e rispettati. Un ringraziamento va al nostro avvocato Raffaele Ferrara, che ha assistito i cinque lavoratori, ai quali facciamo i nostri migliori auguri in vista del loro ritorno al lavoro”.

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